“Mi guardo allo specchio e mi vedo grassa ma non riesco a rinunciare a niente!”
“A settembre inizio la dieta, ma tanto so che non servirà a niente”
“Ho iniziato mille diete, ma poi dopo un po’ mi stufo ed il mio peso torna come prima!”*
Quante volte hai sentito queste frasi? O sei tu in prima persona ad averle dette?
Queste frasi apparentemente non hanno molto in comune, ma se le guardiamo con più attenzione e ci riflettiamo un attimo, ci accorgiamo di una somiglianza sottile. Hanno tutte alla base una forte credenza: il fallimento.
Sono frasi che io definisco “suicide”: partono da una convinzione molto spesso errata e confusa che non fa altro che aumentare la convinzione stessa, facendo sì che si crei un circolo vizioso di rinunce, fallimenti e divieti, portandoti a credere davvero di non essere in grado di cambiare direzione.
Parlare in negativo al nostro cervello è controproducente.
Infatti, lui è sempre attivo per registrare qualsiasi nostra informazione, vera o falsa che sia.
Così, se costantemente ti ripeti “Mi guardo allo specchio e mi vedo grassa ma non riesco a rinunciare a niente” accade che più ripeti a te stessa di essere grassa e di non farcela, più finirai inevitabilmente per crederci davvero ed ogni volta che inizi una nuova dieta o ti iscriverai in palestra, dentro di te si solleverà sottile e pungente una vocina che dirà “tanto fallirai anche questa volta!”
Quindi cosa deve fare una persona che vuole dimagrire?
Lo psicologo psicoterapeuta Carl Rogers ci insegna che ogni individuo è in grado di mettere in atto strategie che ristabiliscano l’equilibrio poiché spinto all’autoguarigione.
Questo la dice molto lunga su tutte quelle risorse che abbiamo e che molto spesso non vediamo o sottovalutiamo.
È chiaro che una persona che vuole dimagrire si rivolge ad un nutrizionista, ad un dietologo o esperto in nutrizione. E fa bene perché sono figure competenti in questo settore, ma non ti preparano (o non prevengono) gli scherzetti della tua mente. Non ci si può aspettare che un nutrizionista faccia questo tipo di lavoro, perché non gli compete.
Quindi, potrebbe essere di aiuto, nel momento in cui inizi un percorso con uno specialista dell’alimentazione, affiancarlo con un percorso psicologico, magari affidandoti ad uno Psicologo esperto in Terapie Brevi che può darti degli strumenti concreti anche in poche sedute.
Sia chiaro che non sempre questo affiancamento è necessario, ma se hai provato tantissime volte a seguire delle diete e ti sei accorta che non è la dieta che non funziona o non è il nutrizionista ad essere incompetente, allora il mio suggerimento va in quella direzione.
In questo articolo ti suggerisco 2 strategie che puoi mettere in atto fin da subito.
1. Mangiare dev’essere un piacere…non solo per il palato!
Si sa che le diete, per definizione, non sono poi così piacevoli. Come può essere piacevole una cosa che ci depriva del piacere stesso?
Lo so.
Ma fortunatamente abbiamo 5 sensi e non solo 1!
Quindi se allarghiamo le nostre vedute e non consideriamo solo il gusto come l’unico senso coinvolto nella dieta, allora possiamo decisamente fare qualcosa per rendere un po’ più piacevole questa situazione.
Se fai una dieta dovresti, prima di tutto, assicurarti che tutto il contorno sia mantenuto in modo da rendere il momento il più piacevole possibile. Ad esempio, solitamente è più bello mangiare apparecchiando un minimo, piuttosto che farlo con un piatto di plastica o un panino avvolto nella carta (e, se mangi fuori, puoi trovare una panchina, un angolo di verde, o qualunque altro spazio piacevole); meglio farlo ascoltando un po’ di musica o nel piacevole suono del silenzio, che con la TV accesa o, peggio, continuando a lavorare; il cibo dovresti gustarlo, non limitarti a farlo passare dalla bocca allo stomaco.
Quindi, prenditi cura anche del contorno e cerca di renderlo piacevole curandone i dettagli.
2. Cedere alle tentazioni
Sai che nel momento in cui ti privi di una cosa piacevole, la desideri ancora di più?
Quindi più ti sforzi in tutti i modi di non cedere alle tentazioni, più ne diverrai sottomessa.
E quindi?
Quindi nella tua dieta ci dovrebbero essere degli spazi per poter cedere, di tanto in tanto, alla cosa a cui rinunci. Un cioccolatino pomeridiano, un piatto di spaghetti ogni tanto, un pranzo libero la domenica. Senza esagerare, ovviamente, ma facendo sì che il cibo negato non lo sia in modo permanente, altrimenti sarà peggio.
Cedere alla tentazione la renderà, paradossalmente, meno forte.
Prova a mettere in atto queste due strategie per almeno 3 settimane e poi, se ti va, fammi sapere come sta andando.
Se ti rendi conto di aver bisogno di un aiuto in più, puoi rivolgerti ad uno Psicologo. Ricordati che puoi usufruire della terapia online, che ha la stessa efficacia di quella dal vivo.
Desideri maggiori informazioni sulla terapia online? Contattami!
Bibliografia
Nardone, G. (2007). La dieta paradossale. Milano: Ponte alle Grazie, pp. 96-98.
Nardone, G., Valteroni, E. (a cura di). (2014). Dieta o non dieta? Milano: Ponte alle Grazie.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Vuoi rimanere aggiornato su tecniche, strategie e informazioni di Terapia Breve?
Oppure cerchi uno psicologo a Roma, Monterotondo o online?
Compila il modulo qui sotto:
compila la parte “Come posso aiutarti” se vuoi un appuntamento, o lasciala vuota per iscriverti alla mia newsletter.
*Tutti i casi descritti in questo blog sono frutto di invenzione, basati sulla mia esperienza clinica e non riferiti a persone realmente esistenti.