Diventare Supereroi con le Terapie Brevi

“Non posso salvare tutti perché non sono Dio, ma posso provarci perché sono Superman” dice Superman stesso ed una frase simile la potrebbe anche utilizzare uno psicologo. Perché in fondo siamo tutti un po’… Supereroi.

Infatti i supereroi, pur sembrando speciali, in realtà, sono persone comuni con problemi veri, perciò i lettori di fumetti si immedesimano in loro. Proprio tra fumetti, film e cartoni, sono stati abitanti del nostro immaginario occupando un posto privilegiato con un compito importante: aiutarci a vivere scenari in cui era possibile sperimentare l’esperienza del senso di sicurezza e di giustizia. In queste dimensioni della nostra fantasia, il male e la paura di esso venivano ridimensionati e sottomessi a un equilibrio che si orientava alla vittoria dei buoni. Chi non ha avuto bisogno almeno una volta nella vita di visitare con la fantasia un simile scenario?

Quindi, seguendo questa logica, anche i supereroi fanno una sorta di Terapia… E se i supereroi dovessero scegliere un orientamento, quale sceglierebbero? Forse Flash, per primo, sceglierebbe le Terapie Brevi. Ma, ironia a parte, oggi voglio svelarti come, anche tu puoi diventare un Supereroe grazie al potere delle Terapie Brevi.

Quali sono i superpoteri di un paziente che si affida alle Terapie Brevi?

I supereroi hanno grandi poteri, attraverso i quali compiono grandi imprese, ma hanno anche grandi ideali ed i loro ideali divenivano i nostri, perché tutto sommato i loro racconti contenevano il potere di dare speranza a un immaginario più roseo e incoraggiante.

La speranza è un grande potenziale, non a caso era depositata sul fondo del vaso di Pandora. La speranza è ciò che ci fa vedere oltre il problema, perché ci permette, in qualche modo di evocare risorse. Ed evocare risorse è una delle 9 logiche delle Terapie Brevi, usata per creare o amplificare abilità, risorse, capacità introducendo cambiamenti nella percezione e nel comportamento. Lo scopo è di portare il paziente a vedere da sé cose nuove.

 Lo psicoterapeuta Moshe Talmon, specialista nella psicoterapia a seduta singola,ha voluto riportare l’attenzione sulle risorse interne di ciascuno di noi. Quando parlo di “risorse interne” non mi riferisco a entità marcatamente astratte dal sapore troppo mistico e poco razionale, ma di qualcosa di molto concreto quanto possono esserlo le piastrine che favoriscono la coagulazione e bloccano il sanguinamento di una ferita.

Tutti noi ci confrontiamo con problemi e difficoltà, e lo facciamo ogni giorno. Eppure, riusciamo ad andare avanti, a superarli, e questo ci permette di crescere e acquisire esperienza. Moshe Talmon vuole ricordare proprio questo: tu hai le risorse e quindi hai a disposizione degli strumenti proprio davanti a te, per questo, se stai leggendo questo articolo per ottenere superpoteri, sappi che sono già dentro di te.

Come posso usare le mie risorse?

Cosa puoi fare per risolvere il tuo problema? La verità è che noi raramente ci poniamo questa domanda. Il più delle volte reagiamo a ciò che accade. Ma quando, in seduta, chiedo: “Secondo te che cosa potresti cominciare a fare per risolvere il tuo problema?”, la maggior parte delle volte mi vengono date risposte sensate, creative e assolutamente attuabili.

Se hai qualche difficoltà, puoi sempre provare con la domanda inversa: “Che cosa potrei cominciare – o continuare – a fare per peggiorare il problema?”. L’effetto paradossale di questa domanda fa sì che, dopo un po’ che tiri fuori le risposte “negative” (cioè le cose che peggiorerebbero la situazione), cominciano a emergere quelle che, invece, ti sarebbero di aiuto.

Inoltre ricorda che “Se fai sempre le stesse cose, otterrai sempre gli stessi risultati”. Quindi fai qualcosa di diverso!

Il principio è che, di fronte a un problema, spesso ci incastriamo in dei loop, in dei circoli viziosi. Facciamo, cioè, sempre un certo tipo di cose. Ma queste cose non fanno altro che mantenere in vita la situazione problematica. Anzi, sono proprio queste cose l’impalcatura su cui si regge. Allora dovremmo provare a fare qualcosa di diverso da ciò che facciamo ripetutamente. È molto probabile che così l’impalcatura si smonti e il problema collassi su se stesso. Anche in questa occasione puoi usare una domanda paradossale: “Cosa dovrei continuare a fare, per mantenere la situazione esattamente così com’è?”. Questo farà emergere tutti quei comportamenti che già metti in atto e che probabilmente non ti aiutano: parti da lì per fare qualcosa di diverso.

Dr Flavio Cannistrà

Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy

co-Direttore dell’Istituto ICNOS

Terapia Breve

Terapia a Seduta Singola

Ipnosi

Bibliografia

Nardone, G., Salvini, A. (2003). Il dialogo strategico. Milano: Ponte alle Grazie.


Talmon, M. (1990). Psicoterapia a seduta singola. Trento: Edizioni Erickson, 1996.


Watzlawick, P., Nardone, G. (1997). Terapia breve strategica. Milano: Raffaello Cortina.