Le Terapie Brevi sono il mio campo di studi da oltre dieci anni: sono costantemente impegnato nel perfezionamento di metodi e pratiche, che aiutino le persone nel più breve tempo possibile.
Tuttavia agli esordi mi sono chiesto se effettivamente le Terapie Brevi potessero essere la risposta ad ogni problematica che avrei incontrato nei miei pazienti. Il tempo (e gli studi) me lo hanno confermato. Per questo oggi voglio parlartene, ma facciamo un piccolo passo indietro…
“Di Dio ci fidiamo, tutti gli altri devono portare i dati”
Nel 1956 esce l’articolo “Verso una teoria della schizofrenia”. Fu un approccio rivoluzionario alla comprensione del più grave tra i disturbi mentali, che diede al famoso Gruppo di Palo Alto, numerosi riconoscimenti. Tra questi autori c’era Don D. Jackson, che vinse il premio Frieda Fromm-Reichmann per gli studi sulla schizofrenia e che fu, insieme a Watzlawick, co-autore di Pragmatica della comunicazione umana. Don Jackson è famoso per tantissime cose, ma in particolare per aver praticamente inventato la terapia familiare e per aver applicato il suo metodo a casi gravi.
Tra gli autori di “Verso una teoria della schizofrenia” c’era anche John Weakland, uno dei più bravi terapeuti del Mental Research Institute nonché co-autore dei due libri, Change e la Teoria del Cambiamento, che hanno dato vita alla Terapia Breve modello MRI, oggi nota come Terapia Strategica. John fu anche l’ideatore del costrutto di “tentate soluzioni disfunzionali” e il mentore di Steve de Shazer, padre della Terapia Breve Centrata sulla Soluzione, uno degli approcci più praticati nell’ambito delle Terapie Brevi, che ha fatto la sua fortuna anche grazie agli enormi successi ottenuti in particolare, non solo naturalmente, con due tipi di problematiche: le dipendenze da alcol e da droghe.
Tornando agli autori dell’articolo, non possiamo dimenticare Jay Haley, padre della Terapia Strategica Familiare. Nel suo libro “Il distacco dalla famiglia”, mostra terapie e riporta dati del successo del suo metodo con casi di dipendenze, di violenze e anche di psicosi. Haley fu anche colui che permise a tutto il mondo di conoscere Milton Erickson, colui che ha inventato le terapie brevi.
E l’ultimo autore? L’ultimo autore era Gregory Bateson, il cui pensiero ha influenzato una quantità spropositata di autori e di campi del sapere: le psicoterapie sistemiche, l’ipnosi, le terapie brevi e altri approcci non sarebbero dove sono ora, e molte non sarebbero nemmeno nate, senza il suo contributo.
“Less is more”
Ho fatto tutto questo excursus storico, perché spesso si pensa che le Terapie Brevi siano “approcci di superficie”, che quindi possono intervenire solo in casi “facilmente risolvibili”, ma in realtà tutto è partito proprio da una teoria della schizofrenia.
Oggi le Terapie Brevi sono adatte per tutti i tipi di disturbi, specialmente per fobie, ansia, blocchi da performance, attacchi di panico, disturbi alimentari, disturbi sessuali, disturbo ossessivo-compulsivo, paranoia e manie di persecuzione, depressione, ipocondria, problemi relazionali, presunte psicosi e qualunque tipo di problema sul quale è possibile lavorare per obiettivi. Se il problema non è chiaro nemmeno alla persona che richiede aiuto, sarà lo psicoterapeuta ad intervenire con la definizione di obiettivi raggiungibili. Per problemi meno invalidanti, che non rientrano espressamente nei quadri clinici sopra elencati, sono previste consulenze, finalizzate all’orientamento, alla trasformazione dei limiti in risorse e all’aumento della fiducia nelle capacità personali.
Addirittura la capacità di fornire strumenti efficaci a breve termine ha spinto molti psicoterapeuti che la utilizzano ad instaurare rapporti di collaborazione con neurologi e psichiatri che, invece di prescrivere farmaci, si occupano di toglierli molto gradatamente. È altamente sconsigliato, infatti, diminuire l’assunzione di farmaci senza l’assistenza di un medico a causa dell’effetto conosciuto come “effetto rebound ”, una risposta in senso opposto che si può manifestare quando viene interrotta una terapia. L’obiettivo della psicoterapia breve è la totale eliminazione dei farmaci, aspetto indispensabile per dichiarare la risoluzione del problema, avvenuta tramite reali esperienze e non attraverso l’assunzione di una pillola.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
Cannistrà F., Piccirilli F. (2018). Terapia a seduta singola. Principi e pratiche. Roma: Giunti.
Cannistrà F., Piccirilli F. (2021). Terapia Breve Centrata sulla Soluzione. Principi e pratiche. Roma: EPC editore.