Leggere il pensiero è possibile.
«Davvero?»*
No. Però tutti crediamo di poterlo fare.
«Io no!»
Dici? Eppure quante volte ti capita di essere certo di cosa stanno pensando gli altri, di cosa provano, di come si sentono, o di cosa credono?
«Va be’, ma questa non è lettura del pensiero…»
Sicuro?
La lettura della mente
È vero, questa non è lettura del pensiero nel senso televisivo del termine: lì si vede qualcuno che sente parola per parola ciò che pensa l’altro (come se di solito pensassimo parola per parola…). In psicologia, però, si parla di “lettura del pensiero” quando ci si riferisce all’abitudine, comune a tutti, ad attribuire agli altri certe intenzioni, emozioni, motivazioni, ecc.
È un comportamento tipico e spesso funziona, nel senso che capiamo davvero cosa stia pensando, intendendo, provando l’altro, almeno in linea generale. Questo è possibile grazie alla nostra capacità di cogliere tutta una serie di indizi verbali e non verbali rivelatori, e poi c’è chi studia e si allena per affinare tale capacità, come gli psicologi o gli illusionisti – che naturalmente lo fanno per scopi diversi.
Ma c’è un problema.
L’errore nella lettura del pensiero
Nella vita di tutti i giorni spesso capita di dimenticarsi che in realtà stiamo facendo un’approssimazione, e che quindi possiamo sbagliare.
«Che vuoi dire?»
Che potresti attribuire all’altro delle intenzioni e delle motivazioni che non gli appartengono. Potresti sommare una serie di indizi e sensazioni “a pelle” e arrivare a delle conclusioni… sbagliate.
Prendi una persona che, di fronte a un amico un po’ distante, pensa: “Ce l’ha con me”. Questo è un tipico caso di lettura del pensiero. Viene attribuito all’altro uno stato mentale ed emotivo che potrebbe non appartenergli affatto e da cui potrebbero scaturire reazioni inadeguate.
«Ma io un’idea dovrò pur farmela.»
Certamente, e qui può venirci in aiuto la scienza.
«Oddio, non te ne uscirai con una formula o un test complicato?!»
Beh, non mi pare di farlo solitamente… Comunque no, quello che ci aiuterà è un tipico modo di procedere delle scienze più rigorose: dobbiamo falsificare la nostra teoria.
«Vorrai dire ‘verificare’»
No, no, hai letto bene: falsificare!Vedi, il rischio di andare a verificare qualcosa è quello di trovare tutti gli indizi che confermano la tua teoria, senza vedere quelli che la negano. Così, la persona di cui sopra potrebbe notare che l’amico lo guarda poco, è poco loquace e si chiude spesso: tutti elementi che potrebbero (occhio al condizionale) verificare la sua teoria.
Però si è dimenticato di andare a cercare gli elementi che gli dimostrano il contrario! D’altronde, un buon avvocato sa che non basta che una persona si trovi sul luogo del delitto per essere colpevole.
Chi ha ragione?
Andare a falsificare la teoria vuol dire cercare di dimostrare di avere torto.
La persona del nostro esempio potrebbe dirsi: “Se lui ce l’avesse con me cosa farebbe quando gli rivolgo la parola? Potrebbe rispondere con freddezza o evitarmi”. Potrebbe a questo punto provare a mettere in pratica la cosa e vedere la risposta. Oppure potrebbe dirsi: “Se lui ce l’avesse con me cosa farebbe se io gli proponessi un’uscita insieme?”, e così via.
«Però lui potrebbe avercela con me e accettare l’uscita per cortesia.»
Certo, e infatti come a un avvocato servono più prove (infatti si dice che “due soli indizi non fanno una prova”), servono più falsificazioni per rendere le nostre percezioni più accurate.
Heinz von Foerster, un filosofo cibernetico, invitava a creare più alternative, ad aumentare il numero delle possibilità, e a non fermarsi alla prima che ci viene in mente.
Quindi, quando vuoi verificare se qualcuno pensa ciò che credi, valutalo attraverso comportamenti concreti. Nel tuo processo di falsificazione ti dovresti dire: “Se Tizio fosse X, allora farebbe Y”.
«Eccola lì! Hai tirato fuori la formula!»
Scusa, non potevo farne a meno! Però mi serve per esprimere la regola generale, che in un esempio specifico potrebbe essere: “Se Marco fosse arrabbiato, mi risponderebbe male”.
Evitare la lettura del pensiero (o meglio, affinarla) è un ottimo metodo per prevenire liti di coppia, incomprensioni con gli amici, problemi con chi ci sta accanto. Fa parte dell’uomo la capacità di intuire cosa stiano pensando gli altri, ma è una capacità che va migliorata.
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Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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Riferimenti bibliografici
Bandler, R., Grinder, J. (1975). La struttura della magia. Roma: Astrolabio, 1981.
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*Tutti i casi descritti in questo blog sono frutto di invenzione, basati sulla mia esperienza clinica e non riferiti a persone realmente esistenti.