In uno dei miei articoli (che puoi leggere qui) ho presentato il libro di Bartoletti “Lo studente strategico”. In questo libro si parla delle varie difficoltà, che uno studente può riscontrare nel mezzo del suo cammin universitario o scolastico.
Spesso i problemi dello studente universitario, di quello delle superiori o della scuola primaria sono attribuiti a mancanza di forza di volontà o alla poca predisposizione allo studio. Soprattutto durante la carriera universitaria si tende a pensare che lo studente, che non avanza con gli esami, stia utilizzando l’università come parcheggio.
Questa etichetta diventa spesso uno stigma, che peggiora le difficoltà dello studente, tuttavia, anche in queste difficoltà, la terapia breve strategica è un approccio noto sia per la rapidità con cui risolve difficoltà e problemi personali e relazionali (dato che è “breve”) e sia per l’utilizzo di strategie particolari ma di alta efficacia (dato che è “strategica”).
Cosa significa che lo studente è bloccato
Il blocco dello studente è quella particolare condizione psicologica in cui la persona sente di non riuscire più a studiare; ci prova e ci riprova ma ogni volta i risultati sono scarsi o comunque insoddisfacenti. In genere quando uno studente “si blocca” gli altri lo supportano suggerendogli di modificare il suo metodo di studio. Questo, ovviamente, a volte può essere funzionale. Possedere un’efficace metodologia di studio è necessario, ma non sufficiente per ottenere dei buoni risultati.
La responsabilità del blocco è sempre attribuibile a una serie di atteggiamenti, azioni, comportamenti, ripetuti e consolidati che gradualmente trasformano e cristallizzano la difficoltà in problema. Tutto quello che viene definito “tentate soluzioni disfunzionali”, che anziché risolvere il problema, lo incrementano.
Bartoletti, nel suo libro, definisce 5 tipologie di “blocco dello studente”:
- Lo studente incatenato, che vorrebbe, ma che non riesce
- Lo studente terrorizzato, che è dominato dall’ansia
- Lo studente perfezionista, che non può permettersi di lasciarsi sfuggire nulla
- Lo studente (presunto) incapace, che ha segnato il suo destino con la scia delle sue brutte esperienze passate
- Lo studente chimera, che vive tutte le precedenti tipologie di blocco mescolate.
Le peggiori fantasie di uno studente evocano risorse
Dinnanzi a queste situazioni è inevitabile essere preoccupati. L’ansia di rimanere indietro, il senso di impotenza, la paura del giudizio di chi ci circonda, il confronto con i nostri pari, la delusione di mamma e papà… Miriadi di emozioni e di pensieri si accavallano tra una pagina e l’altra, spesso costringono lo studente a non aprire proprio il libro, tanto ormai è già tutto perduto per sempre…
Sembra impossibile fermare questo flusso di pensieri, prepotente come un torrente in piena, tuttavia però anche i torrenti più ingrossati possono essere arginati. Questo infatti è il suggerimento che voglio darti oggi, qualora ti trovassi in questo tipo di situazione.
Racchiudi le preoccupazioni in uno spazio preciso della giornata. Invece che lasciarsi trascinare tutto il giorno dai pensieri negativi bisogna imparare a controllarli, non eliminandoli perché è pressoché impossibile, ma rimandandoli al momento a loro dedicato. Quindi scegli una mezz’ora durante la giornata, possibilmente dopo pranzo in cui ti lasci andare a tutte le tue peggiori fantasie e preoccupazioni relative all’esame e allo studio, volontariamente ti immergi nelle tue più terribili paure, le tocchi con mano ed una volta terminata la mezz’ora delle preoccupazioni torni a svolgere le tue normali attività.
Se ricercherai volontariamente la paura in uno spazio preciso di tempo, essa ti lascerà in pace durante il resto della giornata. Anche i torrenti più ingrossati possono essere arginati, affinché tu possa, come un Ulisse desideroso di conoscenza, proseguire il viaggio verso la tua Itaca: la laurea.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
Alessandro Bartoletti – Lo studente strategico (Ponte alle Grazie)