Meglio farmaci o psicoterapia?

“Devo prendere i farmaci?”

C’è spesso questa domanda quando si soffre per un problema di ordine psicologico. Che sia tra quelli definiti come Disturbi d’Ansia (come gli attacchi di panico), Disturbi dell’Umore (come la depressione), Disturbi del Comportamento Alimentare (come l’anoressia o la bulimia), o Disturbi di Personalità (come la paranoia o il disturbo borderline), la domanda sorge spontanea: devi o non devi prendere i farmaci?

La risposta è molto meno scontata di quel che pensi.

I farmaci (non!) sono i fratelli maggiori della psicoterapia

Leggevo il bel libro Psicoterapia tra miti e realtà, che nel capitolo in cui confronta l’uso dei farmaci con la psicoterapia è decisamente a favore di quest’ultima, pur non screditando i primi e riconoscendone anzi il giusto ruolo, criticando gli psicoterapeuti che li demonizzano.

Una cosa curiosa è che quando l’autore parla della medicina mette la M maiuscola: la Medicina. Curioso che, però, non lo faccia quando usa la parola “psicoterapia”: nonostante sia uno psicoterapeuta, usava la prima lettera minuscola.

Ora, sembrerà una sciocchezza, ma volevo prendere questo esempio per rappresentare una realtà ancora diffusa: la psicoterapia viene considerata spesso, a livello più o meno consapevole, la sorellina minore della medicina. E i farmaci, in particolare, sono considerati i fratelli maggiori dei trattamenti psicoterapeutici.

Ecco, non è così.

L’idea che il trattamento farmacologico sia superiore a quello psicologico è… un’idea. Ed è pure sbagliata.

La psicoterapia (non?) cambia il cervello

Spesso la credenza che i farmaci siano “meglio”, o in qualche modo “superiori”, deriva in piccola ma significativa parte dal fatto che sono una cosa materiale (una pillola o un liquido) che produce effetti materiali (cambiamenti bio-chimici nel cervello).

La psicoterapia invece risulta una cosa immateriale (parole) che produce effetti immateriali (cambiamento di comportamenti). Poco importa che gli effetti finali siano molto materiali (ad esempio, prima della psicoterapia non ti alzavi dal letto, mentre dopo vai a lavoro e torni a frequentare gli amici).

Ma il bello è che quanto scritto sopra è sbagliato.

Ormai una mole enorme di studi ha dimostrato che la psicoterapia (parole) produce effetti materiali (cambiamenti bio-chimici nel cervello) pari o addirittura superiori a quelli dei farmaci!

E, anzi, un’altrettanto enorme mole di studi ha dimostrato che molti effetti che si sostiene siano indotti dai farmaci… non lo sono, o tale connessione è criticamente messa in discussione.

Insomma, la tesi che il farmaco è superiore è decisamente vecchia, antiquata e disinformata.
E non è tutto.

Gli psicoterapeuti prima!

Slogan facili dicono che qualcosa va prima di qualcos’altro. La realtà è più complessa, come dirò più avanti, ma seguimi in questa discussione.

In Inghilterra c’è un prestigioso istituto che si chiama National Institute for Health and Care Excellence, Istituto Nazionale per l’Eccellenza della Salute e della Cura, simpaticamente abbreviato in NICE (“nice” in inglese significa “carino” o “simpatico”).

Il NICE, da anni, diffonde anche delle linee guida dei trattamenti per i disturbi psicologici e in buona sintesi la sua posizione è questa: nella maggior parte dei casi bisogna iniziare, se non proprio preferire, la psicoterapia. Solo dopo, e al bisogno, si aggiungono i farmaci. E comunque, gli psicofarmaci andrebbero sempre associati alla psicoterapia (NICE 2017ab, 2014, 2013, 2011, 2009, 2004).

Insomma, lo psicofarmaco, questo presunto fratello maggiore, sembra più un anziano, che deve lasciare il posto alla più prestante psicoterapia e, quando è richiesta la sua presenza, deve comunque appoggiarsi a lei.

Addio allo psicofarmaco?

Assolutamente no.

Nella mia pratica di Psicoterapia Breve cerco sempre di dare priorità alla persona, e non al farmaco. Significa che il mio cliente ed io lavoriamo insieme per usare le sue risorse per poterlo aiutare.

Tuttavia, in una per fortuna ridotta ma comunque non trascurabile percentuale di casi, il farmaco serve. Ho contatti con alcuni fidati colleghi psichiatri con cui collaboro strettamente e che mi sono indispensabili per proseguire e migliorare il mio lavoro in certe situazioni.

Pensa, ad esempio, a un caso di psicosi con deliri e allucinazioni floride. In questi casi può essere molto difficile instaurare una relazione o interazione con la persona, e il farmaco potrebbe essere decisivo per poter lavorare insieme.

“Potrebbe”, perché ci sono in letteratura, specialmente nelle Terapie Brevi, molti esempi di come affrontare queste situazioni. Ma rimane il fatto che il farmaco, quell’anziano signore, possa essere un’utile risorsa in certe situazioni.

Oppure le stesse NICE ci dicono che con le depressioni severe, ad esempio, la psicoterapia va associata ai farmaci: il rischio suicidio potrebbe essere dietro le porte, per dirne una.

Il giorno della psicoterapia

Riassumendo, da un lato non è più legittimo “farmacologizzare” tutto, dall’altro non vogliamo diventare dei fondamentalisti della psicoterapia che escludono la benché minima possibilità di un supporto farmacologico.

Tuttavia, dopo decenni di voce grossa della psicofarmacoterapia, dove da molti medici la psicoterapia veniva definita spesso come “fare quattro chiacchiere” (nonostante fiumi di ricerche sempre più importanti che ne attestavano l’efficacia), è giunto il momento di dire, e di dirlo a voce alta, che la psicoterapia è un trattamento d’elezione e che oggi si sta affermando l’idea, supportata da dati, che nella maggior parte dei casi dev’essere il primo da seguire e, comunque sia, che la farmacoterapia deve sempre associarsi ad esso.

Quindi cosa devi fare?

Le sintesi rischiano di tralasciare dettagli importanti, ma se li includessero non sarebbero sintesi! Cercherò comunque di riassumere quanto detto sopra in un modo utile e pratico per te.

E il riassunto può essere questo: qualunque problema d’ordine psicologico tu stia vivendo – attacchi di panico, depressione, bipolarismo, persino schizofrenia – sappi che se stai prendendo degli psicofarmaci è bene, se non vitale, che tu associ una psicoterapia ad essi.

E, in molti casi, la psicoterapia potrebbe, se non proprio dovrebbe, essere la prima scelta: prima dei farmaci, prova una psicoterapia – meglio ancora se una Terapia Breve.

Naturalmente non è tuo compito sapere se e quando iniziare con una psicoterapia, o con psicoterapia e farmaci insieme da subito, o magari con un iniziale trattamento farmacologico da associare poi, il prima possibile, a una psicoterapia. Dirti cosa è meglio è compito dei professionisti del settore, cioè psicologi e medici.

Per orientarti, allora, il mio suggerimento è quello di chiedere a loro, ma con una consapevolezza in più: non fidarti di idee marcatamente di parte, come quelle che dicono che i farmaci sono del tutto inutili, o che la psicoterapia serve solo a “farsi quattro chiacchiere.”

 

Riferimenti Bibliografici

Caputo, A. & Milanese, R. (2017). Psicopillole. Firenze: Ponte alle Grazie.
Leonardi, F. (2019). La psicoterapia tra miti e realtà. Roma: Armando Editore.

Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi

 

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