“Alice nel paese delle meraviglie” è una storia che ha percorso l’infanzia di intere generazioni. C’è un personaggio in particolar modo, che è indelebile: il Bianconiglio. Il Bianconiglio guardando l’orologio durante tutta la storia ripete: “È tardi! È tardi!” oppure “Povero me! Povero me! Arriverò in ritardo!”.
Il Bianconiglio rappresenta lo scorrere del tempo e il nostro rapporto con questa dimensione.
“Qualcuno si è laureato a 22 anni ed ha trovato lavoro a 27.
Qualcuno si è laureato a 27 anni ed aveva già un lavoro.
Qualcuno è ancora single ed ha un figlio. Qualcun’altro da sposato ha dovuto aspettare 10 anni per essere genitore.
Ci sono quelli che sono una coppia ma amano altri, quelli che si amano, e non sono niente e chi sta cercando ancora qualcuno da amare”.
D’altronde Einstein stesso ha detto che il tempo è relativo. Ma molto spesso la società o direttamente noi stessi ci sentiamo un po’ il Bianconiglio della situazione.
In tempo rispetto a chi?
Einstein scoprì che il tempo era relativo quando osservò che due soggetti misuravano il tempo allo stesso modo, se erano fermi, ma la loro misurazione cambiava, se uno di loro si muoveva rispetto all’altro.
Quindi è ovvio che se mi confronto con qualcuno che ha fatto o non ha fatto qualcosa in più o in meno rispetto a me allora le nostre posizioni saranno divergenti.
Attualmente la società riversa sui suoi individui determinate aspettative: la carriera, un matrimonio, dei figli…
In effetti tutto funziona secondo il nostro orologio: le persone possono vivere solo secondo il proprio ritmo.
Può sembrare che i tuoi amici siano più avanti di te o più indietro, però loro si trovano nel loro momento e tu nel tuo. Quindi non sei in ritardo né in anticipo: sei nel tuo tempo.
Ognuno ha il suo tempo, ma non tutti sono contenti dei propri tempi
Tuttavia, anche quando si accetta che ognuno hai suoi tempi, può capitare che le persone non siano soddisfatte del punto in cui sono, che si sentano spaesate oppure che non riescano a silenziare ugualmente l’assordante ticchettio dell’orologio biologico.
Inoltre, in aggiunta alle proprie riflessioni, possono aggiungersi le inevitabili domande provenienti dall’esterno, tipico rituale di consuetudine soprattutto nelle riunioni di famiglia:
“L’hai trovato il fidanzato, quando ce lo presenti?”,
“Quest’anno si è sposata tua cugina, i prossimi siete voi?”,
“La mia amica è già diventata nonna, quand’è che ti decidi a farci un nipotino?”.
Quindi da una parte la frase “ognuno ha i suoi tempi” incoraggia, dall’altra i dubbi interni ed esterni scoraggiano e fanno crescere sempre più il senso di vuoto e di inadeguatezza.
“Sono sbagliato io a voler vivere la mia vita così?”
“Riuscirò mai a trovare l’amore/il lavoro dei miei sogni?”
“Il tempo sta passando, e se non ce la faccio?”
“Voglio un figlio, sento il famoso orologio biologico ticchettare, e se non trovo un uomo?”
“La mia famiglia si aspetta che ci sposiamo, ma noi stiamo bene così”.
Cosa fare se senti di non essere al punto della vita in cui “dovresti”?
In realtà non ci sono tappe obbligate, traguardi che dovresti raggiungere, ma solo mete a cui vorresti arrivare.
La vita è tua, e viverla per soddisfare le aspettative degli altri, oltre che fonte di sofferenza, è una perdita di tempo per raggiungere quelli che sono davvero i tuoi obiettivi.
Non importa se qualcuno a te vicino ti vuole vedere laureato o sposato, magari perché lui non ce l’ha fatta o perché è tradizione della tua famiglia fare in un certo modo, sei tu che vivi la tua vita.
Nella terapia breve la “Tomorrow question” può essere una valida alleata per individuare i propri obiettivi quando è difficile trovarli. Quindi ti chiedo di porti questa domanda:
“Se domani ti alzassi e scoprissi di esser un passo più vicino allo star bene, da cosa te ne accorgeresti?”
Dedicati 5 minuti ogni giorno per pensare a questa frase. Puoi farlo al bagno, davanti allo specchio, ogni mattina. Lo scopo è quello di iniziare a contemplare i tuoi obiettivi. Fino ad ora quanto tempo hai dedicato ai tuoi obiettivi?
La maggior parte delle persone che non riescono a trovare la propria strada nella vita, hanno un atteggiamento un po’ fatalista nei confronti della loro esistenza: sentono che un giorno, all’improvviso, tutto cambierà e finalmente avranno il successo che meritano.
Ma in realtà quello che sarà il nostro domani, lo costruiamo oggi con le nostre scelte. In altre parole, se vuoi che i tuoi sogni si realizzino: datti da fare!
Chiediti: di cosa ho bisogno per raggiungere il mio obiettivo?
Quali abilità possiedo già e quali invece dovrei migliorare o acquisire ex-novo?
E’ importante stendere un progetto concreto e dettagliato: contemplando i passi da fare e le scadenze.
E’ di fondamentale importanza darsi una data di scadenza, e se non si riuscirà entro il termine prefissato, sarai sempre in tempo per ripiegare su qualcosa di più raggiungibile.
Ricorda, come disse Audrey Hepburn, “Niente è impossibile. La parola stessa dice “I’m possible!”
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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