La solitudine è considerata un alto rischio di mortalità, pari al fumo, obesità, mancanza di esercizio, inquinamento o abuso di alcolici.
Questo dato può non essere in linea con l’esperienza quotidiana: quanti di voi si sentono di dire che “stare da soli è mortalmente rischioso quanto il fumo“?
Ma d’altronde è altrettanto vero che molti fumano o sono obesi, pur avendo accettato appieno che sono delle abitudini potenzialmente “mortali”
Tuttavia, a parte che non dobbiamo cadere nell’equazione “solitudine = morte” (mi sembra un po’ eccessivo ed è decisamente un’interpretazione distorta delle ricerche che citavo sopra), più in generale la solitudine, la mancanza o estrema rarità di relazioni, porta sicuramente a un peggiore stato di vita.
“Stato di vita” vuol dire tante cose, ma facciamola semplice: vivere da soli non fa bene, anzi, rischia di far male.
E ora?
Non dobbiamo fare certo un’abbuffata di amicizie, cercare a tutti i costi di circondarci di “gente”: ciò che fa la differenza è la qualità delle persone, più che la quantità.
Occhio però che le due sono legate assieme: aumentare la quantità può aiutare a trovare relazioni di maggior qualità, sebbene è anche vero che un’ottima qualità può essere trovata pur disponendo di una bassa quantità di relazioni
In sintesi, anche qui: a prescindere da quanti contatti hai nel tuo telefono e da quante persone frequenti ogni mese, fai in modo di avere “alcune” relazioni soddisfacenti, dove “alcune” è un numero che scegli tu in base a quanto ti senti “soddisfatta”
Per fare un esempio, io dico sempre di avere diverse conoscenze con cui ho grande piacere a vedermi per passare del bel tempo insieme, dei cari amici con cui sento di avere un’affinità speciale, e quelle 2-3 relazioni intime e intese in cui sento e so di poter mettermi a nudo. Tutte queste insieme mi fanno sentire soddisfatto.
Ma come fare a trovare nuovi amici?
Sì perché uno dei problemi che sento spesso, nel mio lavoro, è quello di “trovare nuovi amici”.
Non è strano, sai?
Lo psicologo ha tutte le competenze per lavorare con i disturbi mentali (es. depressione, disturbo ossessivo, fobie…), ma anche quelle per lavorare con questioni relazionali e personali (o “esistenziali”, come le definisce qualcuno, cioè che concernono la nostra esistenza, il nostro essere nel mondo, la nostra vita).
E il problema spesso non è solo quello di trovare “nuovi” amici, ma di farsi dei “veri” amici, inteso come persone con cui si sente di avere delle relazioni forti, intense, profonde.
Qualcuno con cui si ha il piacere di uscire più spesso di 3 o 4 volte all’anno, con cui si sente di potercisi confidare, capace di ascoltare e di capirci (perlomeno il più delle volte).
I modi per farsi “nuovi amici” non sono difficili, su internet trovi tanti consigli, ma da psicologo penso di poterti dare qualche suggerimento in più, qualche considerazione che dovresti fare se senti il bisogno di allargare la tua rete di amicizie.
1) Chi stai cercando?
Prima di tutto fatti un’idea di chi vorresti, e raggiungi anche la consapevolezza che ci sono persone e persone, e quindi amici e amici.
Hai visto che sopra parlavo di diversi tipi di persone con cui amo uscire: con il mio più caro amico posso parlare di tutto, sentire di avere un fratello accanto, eppure… eppure non ho sempre voglia di questo!
Quando eravamo ragazzi a lui piaceva la discoteca, mentre io ero per la musica alternative e indie; lui amava i posti affollati, io ero più per i luoghi intimi; lui avrebbe passato intere giornate al mare, io ero per le escursioni in montagna.
A parte la giusta domanda “Ma come avete fatto a diventare migliori amici?!”, che peraltro mostra come i gusti non debbano necessariamente coincidere (non tutti, almeno), c’erano e ci sono momenti in cui voglio condividere cose diverse, con persone che magari non hanno il suo modo di farmi sentire compreso, ma che riescono a farmi passare delle bellissime giornate.
Quindi, chiediti chi stai cercando e, prima ancora, renditi conto che potresti star bene in modi diversi con persone diverse.
2) Ci vuole tempo
Non troppo, ma proprio perché ci sono persone diverse, alcune riusciranno in poco tempo ad aprirsi, altre invece avranno bisogno di più tempo.
Con alcune, in poche battute, vi troverete già a parlare dei vostri segreti più intimi, con altre potrebbero non bastare pochi incontri.
Datti e dai tempo, e ricorda comunque il punto sopra: magari quel nuovo amico sarà ottimo per un’uscita spensierata, dello shopping, un cinema o chiacchiere di attualità, tutte cose che fanno parte di una vita sana (la “leggerezza” è importante; il piacere non è solo nel comprendere un testo di filosofia, ma anche nel vedersi una commedia stando in pigiama sul divano).
3) Devi andare nei posti giusti
Se vai in un negozio, vedi un commesso, gli sorridi, lui sorride e iniziate a parlare amabilmente, non è detto che finirete per essere amici. Non è il contesto giusto. O meglio, non è un contesto pensato per creare relazioni.
Può capitare, ma è più probabile che lui sia gentile perché fa parte del suo lavoro; o che magari lo è “di natura”, magari ha persino piacere a scambiare due chiacchiere dopo una giornata di lavoro intensa, ma non vuol dire che sia interessato a farsi nuovi amici.
Lo stesso vale per altri luoghi apparentemente più “sociali”, come le discoteche: è vero che si è in tanti e si interagisce (= balla) insieme, ma non è un luogo primariamente deputato a farsi degli amici più intimi (benché possa capitare, beninteso).
Pensa invece a dei luoghi in cui si va per condividere degli interessi comuni e possibilmente anche per interagire insieme. Sembreranno banali, ma gli esempi dei corsi di cucina o di ballo sono delle buone idee.
4) Evita le persone negative
Se qualcuno è negativo, forse non è chi stai cercando. E se quello negativo sei tu… forse non verrai trovato.
Amiamo stare accanto a persone più positive, che non vuol dire persone “all’americana”, con lo spirito del “You can do it!”.
Semplicemente vuol dire persone che non si lamentano costantemente (anche se avrebbero buone ragioni per farlo); che hanno piacere di parlare anche di cose non negative, tranquille, serene; che incoraggiano, piuttosto che criticare; che sorridono, piuttosto che mostrare rabbia, gelosia, invidia e disprezzo.
Possiamo avere tanti motivi per essere “incazzati”, col mondo o con qualcuno nello specifico, ma nessuno, soprattutto all’inizio, avrà piacere a stare con noi, se risultiamo essere spesso così. Così come tu dovresti evitare chi è così la maggior parte delle volte.
Bisogna essere in due per costruire una vera amicizia. Tu da che cosa potresti partire?
Bibliografia
Holt-Lunstad J, Smith TB, Baker M, Harris T, Stephenson D. (2015), Loneliness and social isolation as risk factors for mortality: a meta-analytic review. Perspect Psychol Sci., 10(2):227-37.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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