Conosci la famosa Legge di Murphy? “Se c’è una possibilità che varie cose vadano male, quella che può arrecare il danno maggiore sarà la prima a farlo”.
Dato che è legata alla probabilità che si verifichino determinati eventi, molti la citano quando vedono che va “tutto” male nella loro vita. Viene citata così spesso a sproposito che ormai ha perso il suo significato originario.
Viene ormai accostata al pessimismo: se una cosa deve andare male, andrà male. Ma nella vita quotidiana è davvero così? Davvero le cose sono destinate ad andare male? Un “no” più scontato di questo è difficile trovarlo.
Il fattore “fortuna” è importante. Momenti sbagliati, posti sbagliati. Coincidenze. Destino. Non tutto è nelle nostre mani, ma nemmeno tutto è fuori dal nostro controllo, ma tra questa linea sottile tracciata dalla causalità, quando tutto va male, quando la vita sembra andare a rotoli, cosa puoi fare?
Ti rispondo a questa domanda facendomi aiutare dalle risposte delle Terapie Brevi, ma partiamo con un piccolo racconto…
La storia della carota, dell’uovo e del caffè
“C’era una volta la figlia di un vecchio contadino, che si lamentava sempre della sua vita e di quanto fosse difficile andare avanti. Era stanca di lottare e non aveva più voglia di far niente, anche perché ogni volta che risolveva un problema, ne appariva subito un altro e ciò la abbatteva e la faceva sentire rassegnata. Magari questo è lo stesso stato d’animo che spesso sperimenti anche tu…
Un giorno, il contadino chiese alla figlia di andare in cucina e di sedersi, poi riempì d’acqua tre recipienti e li mise sul fuoco. Quando l’acqua prese a bollire, mise in un contenitore una carota, in un altro un uovo e nell’ultimo dei chicchi di caffè.
Lasciò gli ingredienti a bollire, mentre la figlia attendeva impazientemente senza capire cosa stesse facendo suo padre. Dopo venti minuti, il vecchio spense il fuoco, tolse la carota e la mise in una ciotola, tolse l’uovo e lo mise su un piatto ed infine scolò il caffè e chiese alla giovane ragazza di toccare le carote, che erano diventate cedevoli, la invitò poi a rompere un uovo, che era ormai diventato sodo ed infine le fece annusare e assaporare la tazza di caffè fumante, che sprigionava un aroma ricco e profumato.
La ragazza confusa chiese al padre: “Non capisco, cosa dovrebbe significare tutto questo?”. Il contadino sorrise e le spiegò che sia le carote, sia le uova, sia i chicchi di caffè avevano affrontato la stessa identica “sfida”: l’acqua bollente. Ma avevano reagito in maniera differente. La carota, forte e superba, aveva lottato strenuamente contro l’acqua, ma ne era uscita debole e molle.
L’uovo, liquido al suo interno e dal fragile guscio, si era indurito. I chicchi di caffè, infine, avevano avuto una reazione del tutto diversa: nonostante la bollitura, erano rimasti pressoché identici a sé stessi, in compenso avevano trasformato l’acqua bollente in una bevanda dal gusto irresistibile. Con dolcezza il padre tornò a rivolgersi alla figlia, ponendole una domanda:
“So che hai avuto molte delusioni, ma sta a te scegliere come reagire a questi eventi della vita: vuoi essere come la carota, all’apparenza forte, ma debole ed incapace di reagire alle difficoltà? Vuoi essere come l’uovo, tenero e fragile, ma che si indurisce ed è incapace di esprimere sé stesso quando è sotto pressione?
Oppure vuoi essere come un chicco di caffè, che è in grado di immergersi nelle avversità ed accettare le delusioni, esprimendo il suo miglior aroma e sapore quando il mondo intorno a sé raggiunge il punto di ebollizione?”.
La risposta è sempre la stessa: devi cambiare.
Conosco la natura delle obiezioni che mi vengono poste. No, non cercherò di convincerti del fatto che, invece, molto probabilmente nella tua vita c’è qualcosa che va almeno benino. Non cercherò neanche di farti vedere che c’è del positivo anche nelle esperienze negative.
Questi tentativi, infatti, spesso sono inefficaci e possono essere vissuti come molto frustranti. In queste situazioni, di solito, la prima cosa da fare è proprio quella di trovare un canale di sfogo efficace per la negatività. Per esempio puoi prendere carta e penna e mettere per iscritto la tua frustrazione. Il canale di sfogo più efficace a volte può essere molto soggettivo: tu sai qual è quello più adatto a te? Tutti i canali di sfogo efficaci in genere hanno in comune il fatto che si tratta di strumenti con i quali non si provano a scacciare i pensieri e le emozioni negative. Al contrario, si attraversa e si vive appieno la negatività per elaborarla, contenerla e superarla.
Inoltre molto spesso anche se razionalmente sai benissimo che non è vero che tutto va storto, c’è una parte di te che dice il contrario. Provare a soffocare quella parte rischia di amplificare la negatività e di farti sprecare energie preziose.
Quindi, senza invalidare quest’opinione inopinabile, ti propongo una chiave di lettura: “E se quello che ti sta accadendo fosse la cosa migliore che ti sarebbe potuta succedere? Pensa se tutto questo avesse un senso e tu te lo stessi perdendo nell’elenco delle tue disgrazie…”.
Ti invito a riflettere sulle parole di Elisabeth Kübler-Ross, psichiatra svizzera, che un giorno disse: “Le persone più belle che ho incontrato sono quelle che hanno conosciuto il fallimento, la sofferenza, la lotta, la perdita, e hanno trovato il modo di uscire dalle tenebre più oscure. Queste persone hanno un valore, una sensibilità e una comprensione della vita che le riempie di compassione, umiltà e di una profonda inquietudine amorosa. Le persone belle non nascono dal niente”.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
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Lyubomirsky, S., Schkade, D. & Sheldon, K. M. (2005). Pursuing Happiness: The Architecture of Sustainable Change. Review of General Psychology, Vol. 9, No. 2, 111–131.
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Talmon, M. (1990). Psicoterapia a seduta singola. Trento: Edizioni Erickson, 1996.
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