Il dolcissimo piacere di incazzarsi

psicoterapia rabbia
Arrabbiarsi troppo o troppo poco: due facce – sofferte – della stessa medaglia.

Ti arrabbi mai?

Anzi, la domanda giusta è: ti arrabbi troppo o non ti arrabbi abbastanza?

Perché in tutti e due i casi c’è qualcosa che non va.

Magari ti incazzi spesso, magari non vorresti. Magari hai quel filo di irritazione sempre sottopelle, sempre teso, sempre al limite. Lo vedo spesso, sai? Lo vedo nelle sopracciglia, lo vedo nelle labbra, nei denti, lo vedo da come si muovono le mani, lo sento da come battono i piedi per terra.

Io non lo so che vuole questa società, questo “oggi” che stiamo vivendo. A volte pare che non dovremmo incazzarci mai. Ti capita?

Tempo fa parlavo con un vecchio saggio*. Era un brutto periodo. Mi chiese: «Come stai?». Io risposi: «Mah… Dai, non sto male. Perché, sai, sono stato davvero male, e ora non sto così. Voglio dire, quando sono stato davvero male… beh, quella era una vetta incredibilmente alta e impervia e difficile. Questa non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella.»
Lui mi guardò e sorrise: «Ma è pur sempre una vetta, Flavio.»

Ecco, è così. Lì parlavamo di dolore, qui di rabbia, ma il risultato è lo stesso.
Siamo nella società selvaggia. Diamo sfogo ai nostri istinti, oppure per contrasto li tratteniamo. Tu in quale dei due gruppi sei? Tra quelli che scattano o tra quelli che trattengono?

Esplodere o implodere la rabbia

Sto scrivendo un libro con dei colleghi, un libro sulla terapia con le emozioni di base: piacere, dolore, paura e rabbia. Indovina quale è capitata a me?
Esatto.
Per puro caso. Io volevo la paura, che noi psicologi la studiamo in lungo e in largo: era decisamente una comfort zone. E invece mi è capitata la rabbia. «Ok» mi sono detto. «Facciamolo.»

Studiando i tomi di chi si è occupato dell’argomento ho dato il nome a due cose che facciamo quando dobbiamo affrontare la rabbia: da un lato la tratteniamo, la teniamo dentro, le impediamo di sfogarsi, e allora parlo di ritenzione della rabbia (usando un termine di Valentina D’Urso, grande studiosa di emozioni); dall’altro la lasciamo libera, senza briglie, pura forza distruttiva, e allora parlo di espressione disfunzionale.

(Non) Devi stare molto calmo

terapia della rabbia
Trattenere indiscriminatamente la rabbia non è la soluzione.

Arrabbiarsi fa bene. Lo fanno tutti. Il problema non è quello. Se ti dicono: “Stai calmo” non devi credergli. Lo dice uno che studia lo zen e ascolta Neffa (il quale, ricorderai, cantava: “Devi stare molto calmo…”).

Stai calmo, sì. Sì stai molto calmo, sì. Ma apprendi il dolcissimo piacere di mandare il mondo affanculo quando necessario.

«Ma come ‘affanculo’? Ma pratichi lo zen…»
Guarda che è proprio ciò che lo zen dice.
«Dice di mandare affanculo la gente?»
Dice di integrare il vaffa come elemento della vita stessa.

Una volta vidi una coppia. Senza che ti racconto tutto mi limito a dirti che a un certo punto chiesi loro di fare un compito: ogni sera, quindici minuti a testa, uno ascoltava mentre l’altro parlava e tirava fuori tutto quello che aveva dentro, tutto quello che pensava, tutto quello che sentiva, il peggio del peggio se ci fosse stato. Lui si fece qualche problema, lei acconsentì subito.
Guardai lui: «Perché ti fai dei problemi?»
«Ma, insomma… cioè… Non… Non posso.»
«Non puoi? Non puoi dire il peggio del peggio a tua moglie? Certo che no! Non si fa, non è così che si risolvono i problemi. Ma ora dimmi: le dici quando qualcosa non ti va? Le dici quando la pensi diversamente da lei? Le dici quando vorresti qualcosa di diverso? Le dici quando ha fatto qualcosa di sbagliato nei tuoi confronti, e magari non se ne è resa conto?»
Tace. Sospira. Lo guardo. «Vorrei che smettessi di avere bisogno di me nel più breve tempo possibile.»
L’ha fatto. Quattro incontri dopo abbiamo finito.

Bene. E ora?

Arrabbiati. Puoi farlo.
«Non so come.»
Lo so. È assurdo, vero?

Comincia così: prendi carta e penna. Scrivi. Ogni sera. Scrivi tutto quello che hai. Scrivi per chi ne hai. Comincia col suo nome: “Caro… Cara…” e butta giù tutto quello che senti, tutto quello che provi, tutto quello che devi imparare a dire. Sfoga, fa uscire la pressione.

Il mondo non è sempre bello, le persone non sono sempre gentili, le cose non vanno sempre come vorresti che andassero. E per tutto questo c’è davvero bisogno che t’incazzi.

Dott. Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Terapia Breve Strategica
e Ipnositerapia

*Tutti i casi descritti in questo blog sono frutto di invenzione, basati sulla mia esperienza clinica e non riferiti a persone realmente esistenti.