Psicologia della dieta: quando dimagrire è una questione di testa

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Psicologia Della Dieta: Quando Dimagrire È Una Questione Di Testa Quali sono le ragioni psicologiche della dieta?

Tutte le diete funzionano. Tutte. O, perlomeno, quelle principali. Ma allora perché dimagrire è così difficile?

Non sono un dietista, quindi ovviamente non mi addentro negli aspetti fisiologici della dieta, per i quali bisogna attenersi strettamente a ciò che dice lo specialista di questo campo.

Però sugli aspetti psicologici qualcosina la so… e cercherò di dare due o tre idee su come influenzano – e spesso boicottano – la nostra dieta.

Pomodori verdi fritti

Hai letto il libro Pomodori verdi fritti alla fermata del treno? Nella storia le due protagoniste hanno una storia d’amore che però, nel film, non viene narrata. O meglio, viene rappresentata in una particolare scena: quella in cui le due amiche fanno una lotta col cibo. Ed effettivamente c’è una sottile nota erotica in quella scena.

Non è strano.
Cibo e sesso sono accomunati da un’emozione che rientra tra quelle fondamentali nell’uomo: il piacere.
Ora, se il cibo è legato al piacere, e se il piacere è un’emozione fondamentale (addirittura una delle 4 fondamentali per la nostra sopravvivenza – le altre sono paura, rabbia e dolore, come ho scritto in questo articolo), secondo te possiamo prendere alla leggera l’idea di privarci del cibo?

Digiunare fino ad esplodere

Quello che tipicamente succede in tutte le diete è questo: le segui per n giorni e poi smetti. Nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore le segui per giorni e poi esplodi in un’abbuffata che ti fa riprendere tutti i chili persi con gli interessi.

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Privarsi di una cosa piacevole la rende irresistibile.

Pensa a una cosa che ti piace.
«A un cibo?»
No, no, a qualunque altra cosa.
Adesso, immagina di privartene per un certo periodo: come staresti? Quanto ti mancherebbe? Quanto la brameresti? Quanto starebbe nei tuoi pensieri? E nelle tue sensazioni? Ti stai ipnotizzando? No? Fa nulla, tanto il concetto è chiaro, no? Privarsi di una cosa che ci piace ce la fa desiderare ancora di più.

Questo criterio è praticamente universale e lo trovi in qualunque situazione: dal corteggiamento (dove uno dei due si “sottrae” all’altro per farsi cercare ancora di più), fino al marketing (dove le cose che ci piacciono vengono messe in “offerta limitata” così da farcele acquistare subito – in realtà questo viene fatto anche con quelle che non ci piacciono e infatti ci ritroviamo spesso ad acquistare cose che non ci servono davvero).

Insomma, più te ne privi, più lo desideri.

La dieta piacevole

La dieta non può essere piacevole, fattene una ragione. Voglio dire: come può essere piacevole la deprivazione di un piacere? Perché poi, legge matematica, tutti i cibi più buoni (e quindi piacevoli) sono quelli che vengono esclusi dalle diete. Tuttavia, qualcosa si può fare.

Piccola precisazione: come detto sopra non sto parlando delle diete fatte per ragioni mediche, né voglio sostituirmi al lavoro di colleghi che hanno studiato per questo. Mi limito giusto a darti delle dritte generali, derivate da delle logiche ti terapia breve, e che pososno aiutarti soprattutto se non hai patologie e vuoi provare a fare una piccola dieta per conto tuo.

Prima di tutto, una dieta piacevole è tale se c’è il piacere in tavola. Mangiare è una perfetta metafora del sesso, ricordi? Ecco, ora se sei un uomo lascia perdere quello che sto per dire, tanto non puoi capire. Se invece sei una donna rispondi a questa domanda: quali sono i momenti piacevoli del sesso? Sono abbastanza sicuro che non penserai esclusivamente (e magari nemmeno per prima cosa) all’orgasmo: ti verranno in mente una serie di prima, durante o dopo che rendono quell’esperienza davvero piacevole.

La sensazione delle carezze, le labbra che sfiorano il collo, persino il lieve dolore dei denti che stringono sulla pelle. E ancora, il fresco delle lenzuola alla fine di tutto, o ancora prima la scelta della biancheria intima da indossare (caro uomo, ti svelo una realtà nota a ogni donna: se quando vi spogliate per la prima volta lei indossa un completino intimo non sei tu ad averla sedotta, è lei che aveva già deciso di portarti a letto), la musica di sottofondo, il cuore che batte mentre stai entrando nella stanza… Insomma, il piacere sta anche in tutto questo, non solo nei momenti plateali.

mangia muoviti ama
Mangia Muoviti Ama (Nardone, Speciani)

Allo stesso modo, mangiare dev’essere un piacere. Se fai una dieta dovresti, prima di tutto, assicurarti che tutto il contorno sia mantenuto in modo da rendere il momento il più piacevole possibile. Ad esempio, solitamente è più bello mangiare apparecchiando un minimo, piuttosto che farlo con un piatto di plastica o un panino avvolto nella carta (e, se mangi fuori, puoi trovare una panchina, un angolo di verde, o qualunque altro spazio piacevole); meglio farlo ascoltando un po’ di musica o nel piacevole suono del silenzio, che con la TV accesa o, peggio, continuando a lavorare; il cibo dovresti gustarlo, non limitarti a farlo passare dalla bocca allo stomaco. E via dicendo…

Se, al contrario, butti giù l’amaro (e scarso) boccone per finire al più presto quella che consideri una tortura, stai rendendo quest’ultima peggiore di quello che è. E finirai presto per scoppiare. Questi e altri suggerimenti vengono dati in un libro che esprime molto bene i concetti del mangiare con piacere: si chiama, guarda caso, Mangia Muoviti Ama.

Cedere alle tentazioni

Come detto, poi, nel momento in cui ti privi di qualcosa di piacevole questo diventa ancora più desiderato. E allora qual è la soluzione? Esatto: cedervi. Diceva Oscar Wilde: “Posso resistere a tutto, tranne che alle tentazioni”. Ma se io me la concedo non sarà più una tentazione.

Cosa significa?
Significa che nella tua dieta ci dovrebbero essere degli spazi per poter cedere, di tanto in tanto, alla cosa a cui rinunci. Un cioccolatino pomeridiano, un piatto di pasta ogni tanto, una domenica meno restrittiva… Senza esagerare, ovviamente, ma facendo sì che il cibo negato non lo sia in modo permanente, altrimenti sarà peggio.
So che sembra paradossale (e lo è, in effetti), perché ti sto dicendo di mangiare (ogni tanto, e in modo ponderato) proprio ciò che non dovresti mangiare. Ma, dimmi, la tua tattica ha funzionato fin qui?

Il modo migliore per resistere a una tentazione è concedersi in degli spazi appositi proprio ciò che ci stiamo togliendo, in modo tale da rendere la tentazione meno forte e da concederci il piacere in piccole dosi, che permettano alla nostra dieta di funzionare come si deve. Mangiare per credere.

Se ti rendi conto di aver bisogno di un aiuto in più, puoi rivolgerti ad uno Psicologo. Ricordati che puoi usufruire della terapia online, che ha la stessa efficacia di quella dal vivo.

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Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
e Ipnosi