In Italia viviamo una sorta di paradosso: stiamo per raggiungere i 100’000 psicologi (circa 1/4 di tutti gli psicologi del mondo), ma c’è ancora una scarsa cultura della psicologia.
Quali sono i suoi ambiti di intervento?
E le sue conoscenze?
Quanto e in quali aree è preparato?
Dopotutto, rispondendo a domande come queste, potremmo capire meglio chi abbiamo di fronte e se e come può esserci utile.
Così, oggi ho pensato di fare il punto della situazione: cosa studia lo psicologo clinico?
Inoltre, per coloro che vogliono arrivare al primo giorno di lezione di Psicologia con qualche nozione in più, o anche per chi semplicemente vuole aggiungere un po’ di conoscenze psicologiche nella propria vita (che è sempre un vantaggio), darò anche qualche suggerimento di libri da leggere rispetto ai vari argomenti trattati.
C’è una prima differenza da notare: parlerò dello “psicologo clinico”, che è già una categoria specifica.
«Nel senso che ce ne sono altre?»
Sì. Il CNOP (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi) ne ha recentemente identificate 15, riconosciute a livello europeo, ma magari te ne parlerò un’altra volta.
«Ok, quindi oggi ci concentriamo sullo psicologo clinico.»
Esatto, e nello specifico su quali sono i suoi studi, per aiutare a capire meglio che cosa fa e quali sono le sue competenze.
Prima però devo fare una piccola ma essenziale premessa.
Non parlerò di ciò che si studia nelle Facoltà di Psicologia (anche perché ciascuna è a sé), ma darò un’idea generale di alcune delle principali aree di conoscenza dello psicologo clinico.
I colleghi che stanno leggendo si accorgeranno di quanti approfondimenti e integrazioni ci sarebbero da fare, ma lo scopo è quello di fornire una prima impressione, per sapere finalmente di chi stiamo parlando.
Le basi del funzionamento mentale e comportamentale
Innanzitutto, un’area essenziale di conoscenza dello psicologo clinico (e di tutti gli psicologi) è quella che riguarda la Psicologia Generale.
Suona strano, ma questo è il nome proprio di una materia e in generale di un insieme di conoscenze che riguardano le nostre funzioni psicologiche.
«Tipo?»
La Percezione, l’Attenzione, la Memoria, l’Intelligenza, il Pensiero, il Linguaggio, la Comunicazione, l’Apprendimento, ma anche la Motivazione e le Emozioni.
È un tappeto, una base essenziale per ogni psicologo, tanto che generalmente è uno dei primi esami – se non il primo – che lo studente di psicologia sostiene. I libri sull’argomento si sprecano, ma il testo Psicologia Generale di Anolli e Legrenzi, arrivato alla sua quinta edizione, può essere considerato piuttosto valido.
Lo psicologo conosce bene queste basi, perché sono le fondamenta del comportamento umano e gli permettono di capire processi e funzionamenti più complessi. Tutto questo, ovviamente, senza trascurare le conoscenze approfondite sulla Psicologia della Personalità che ogni psicologo clinico deve avere. D’altronde l’uomo va conosciuto sia nei suoi “elementi costitutivi”, sia nella totalità che esso rappresenta. Anche qui i testi sono davvero tanti, ma per iniziare potrebbe andare bene Psicologia della Personalità e delle Differenze Individuali, di De Beni e altri.
Detto questo, qualcuno ogni tanto si meraviglia quando parlo anche di neuroni e sistemi nervosi: molti credono che lo psicologo si interessi solo di psiche, e non di tutto ciò che riguarda il corpo.
«E non è così?»
Eh no, non possiamo pensare che una prescinda dall’altro (e viceversa).
Lo psicologo clinico da un lato studia diversi elementi di Biologia, Genetica, Neurologia e Psicofisiologia (cioè il rapporto tra processi fisiologici e psicologici), e dall’altro le implicazioni più strette che questi hanno con il comportamento. Parlo ad esempio di tutta l’area Psicosomatica, che riguarda, in termini molto generali, lo studio delle connessioni tra mente e corpo, soprattutto (ma non unicamente) da un punto di vista patologico.
Insomma, la mente e il corpo non vengono certo trascurati.
A tutto questo si aggiunge anche uno studio di base della Psichiatria, della Neuropsichiatria e dell’utilizzo degli psicofarmaci: lo psicologo, come forse sai, non può prescrivere farmaci (solo i medici possono), ma lavorando spesso in equipe con medici, psichiatri, neurologi ecc. è bene che abbia una preparazione di base in materia.
Quindi, riassumendo, mente e (in parte) corpo fanno parte delle conoscenze base dello psicologo.
A questo punto le strade si allargano e le corsie aumentano: lo psicologo clinico infatti non si limita a studiare l’uomo in sé, ma anche i sistemi viventi più complessi.
Vediamo cosa significa.
L’uomo e gli uomini
Uno psicologo clinico, ovviamente, ha una forte preparazione in Psicologia Clinica: studia cioè le problematiche psichiche e comportamentali dell’uomo. I libri di questa materia sono tanti, ma forse Psicologia Clinica di Sanavio è tra i più accessibili (anche economicamente!)
Questi studi riguardano sia l’uomo come individuo (e già qui si parla ad esempio di Psicopatologia Generale, dell’Infanzia e dell’Adolescenza – che naturalmente vengono studiate anche nei loro percorsi e sviluppi non patologici), sia delle sue dinamiche relazionali. Per i libri, soprattutto riguardo la psicopatologia dell’infanzia e dell’adolescenza, sono senz’altro all’avanguardia i due rispettivi manuali di Massimo Ammaniti (papà di Niccolò Ammaniti, lo scrittore; per i libri clicca sui nomi qui sopra).
Infatti, lo psicologo clinico deve allargare la sua prospettiva: dallo studio dell’uomo passa alla Psicologia di Coppia e alla Psicologia della Famiglia, aumentando poi il tiro con la Psicologia di Gruppo e la Psicologia Sociale. Quest’ultimo campo è molto intrigante, spiegando molti dei processi psicologici umani di interazione e relazione con gli altri, e il libro di Myers (Psicologia sociale) è davvero un classico.
A livello di studi non c’è necessariamente questa evoluzione (anzi, Psicologia Sociale è spesso uno dei primi studi fatti). Quest’ordine serve solo per mostrare come lo psicologo clinico sia interessato all’uomo in sé, ma anche al suo rapporto con gli altri.
D’altronde l’uomo è un animale sociale, come già diceva Aristotele.
Ogni Psicologo Clinico è un professionista a sé
A questo punto abbiamo una prospettiva molto ampia su ciò che conosce lo psicologo clinico: dai processi mentali fondamentali a quelli psicofisiologici di base, fino al funzionamento e allo sviluppo – sano e patologico – dell’uomo, dalla nascita alla morte, sia come individuo che in relazione agli altri e all’ambiente in cui vive.
«Quindi tutti gli psicologi clinici sono preparati su questi argomenti?»
Diciamo che tutti gli psicologi clinici hanno una base comune. Poi, sia per il percorso di studi fatto, sia per gli approfondimenti personali, ciascuno possiederà conoscenze più approfondite in specifici campi.
Per esempio io, oltre ad avere le competenze descritte finora, proprie di una formazione clinica, ho scelto di approfondire principalmente le problematiche della vita adulta, specializzandomi nello studio della comunicazione, delle interazioni e delle loro problematiche.
«Cioè?»
Cioè studio come le persone comunicano e interagiscono con gli altri e con se stesse, e come a partire da queste comunicazioni e interazioni possano crearsi difficoltà, problemi (personali e relazionali: basti pensare al concetto di autostima e sicurezza di sé) fino a disturbi e gravi psicopatologie. Per questo ho scelto di andare ad Arezzo per specializzarmi in Terapia Breve Strategica.
Ma questa è un’altra storia, ed è solo per dare un’idea di come, a partire da basi comuni, ogni psicologo scelga poi di evolvere il proprio percorso personale come preferisce.
I test e la ricerca
«Quindi, se ho capito bene, le principali aree di studio di uno psicologo clinico sono quelle che hai citato, e poi naturalmente ognuno evolve i propri studi a seconda di percorsi personali.»
Esatto.
In realtà però ci sono almeno altre due grandi aree comuni agli studi di tutti gli psicologi: l’area della valutazione psicologica e quella della ricerca, molto collegate tra loro.
Chi pensa che Psicologia sia una Facoltà priva di matematica non ha fatto i conti con tutta una serie di studi essenziali per la costruzione dei test e, più in generale, per fare ricerca scientifica: da Psicometria (cioè statistica applicata alla misurazione in psicologia) ad Analisi dei Dati, passando anche per degli elementi di Informatica.
Queste materie sono parte del terreno su cui opera la ricerca in psicologia.
«Cosa vuol dire?»
Vuol dire che, da un lato, lo psicologo clinico deve sapere, almeno a livello base, come funzionano, come si usano e come si costruiscono i test, ad esempio per misurare le funzioni cognitive dell’uomo (come intelligenza, memoria, attenzione ecc.), i suoi tratti di personalità e naturalmente quelli patologici. Insomma, tanto per chiarire una cosa, tutti i test che trovate su riviste e magazine, nonché quelli che girano su Facebook e altri social network, non valgono una lira! E per saperne di più, I test in psicologia, di Lucia Boncori, è un buon testo sui test!
Dall’altro lato, inoltre, lo psicologo deve sapere come condurre delle ricerche.
La psicologia si è valsa il titolo di scienza proprio perché sul finire dell’800 iniziò ad applicare i metodi della ricerca scientifica (sperimentale, empirica, clinica ecc.) ai suoi studi. Per questo è stata capace di svincolarsi dalla filosofia.
Lo psicologo clinico, allora, dovrà essere preparato anche su materie come la Metodologia della Ricerca in Psicologia, sia essa clinica, empirica o sperimentale.
Concludendo…
«C’è un sacco di roba…»
Beh, non a caso già solo gli studi universitari durano 5 anni.
E in realtà, per esigenze di spazio, ho tralasciato molto: si potrebbe parlare infatti dello studio dei contesti educativi, della psicologia giuridica e forense, delle tossicodipendenze, del vasto ambito psicodinamico… tutti ambiti conosciuti dal clinico – senza contare formazioni successive e parallele.
«Mi sapresti dire da che testo iniziare? Ne hai citati davvero molti!»
Beh, in parte dipende dai tuoi interessi: vuoi saperne di più sulla psicologia della personalità o sulle dinamiche familiari? Ti interessa la fisiologia sottostante i processi psichici o la psicopatologia e tutti i disturbi psicologici?
Detto ciò, un buon punto di inizio è senz’altro la Psicologia Generale, per partire con tutte le conoscenze di base del funzionamento umano. Oppure, per partire dai nostri modi di rappresentarci, relazionarci e interagire con gli altri, anche il libro sulla Psicologia Sociale è senz’altro un ottimo punto di partenza.
Spero però che tu sia riuscito ad arrivare fin qui, e che questo lungo articolo ti abbia aiutato a farti un’idea più precisa sulle competenze dello psicologo clinico.
Dott. Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Terapia Breve Strategica
e Ipnositerapia