«Dallo psicologo si va per anni.»
Alzi la mano chi ritiene che sia così.
Beh, non è così.
Può essere così, ma non è detto che lo sia.
C’era questo bel libro, Theory and practice of brief therapy (Teoria e pratica della terapia breve), pensato per psicologi e psicoterapeuti, in cui gli autori suggerivano loro di percepirsi un po’ più simili ad altri professionisti (architetti, avvocati, commercialisti, meccanici…) per tutta una serie di aspetti che sono comuni alle diverse professioni.
Per esempio, da un dentista ci vai per anni?
Quante volte vai da un professionista
Mi pare che proprio Paul Watzlawick disse che avremmo dovuto pensare allo psicologo più come a un dentista.
A volte vai da lui per più incontri, per un lavoro che, sì, potrebbe durare anche anni.
Immagina ad esempio se devi mettere un apparecchio: devi fare una prima visita di controllo; poi magari un’altra per capire meglio l’apparecchio più adatto a te; poi dovrai fare il calco, che magari richiederà più di un incontro; e poi ci saranno una serie di incontri per montarlo, provarlo e aggiustarlo; e ancora degli incontri di monitoraggio e aggiustamento nel corso del tempo.
Altre volte invece vai da lui per meno incontri, addirittura per uno solo, come nella più classica delle igiene orali.
E perché dovrebbe essere differente per uno psicologo?
Le terapie in origine erano brevi
Richard Fisch, direttore del Brief Therapy Center di Palo Alto, disse provocatoriamente che, prima di Sigmund Freud (il padre della psicoanalisi), le psicoterapie erano brevi.
Immagina duemila e passa anni fa il buon Tebano che si faceva un viaggetto fino all’Oracolo di Delphi, per risolvere un problema esistenziale.
L’Oracolo mica gli diceva: “Ok, vediamoci per i prossimi quattro anni, due volte alla settimana: mi racconterai i tuoi sogni e io ti dirò perché vuoi sposare tua madre e uccidere tuo padre” (in realtà a quel punto dall’Oracolo di Delphi ci saremmo spostati alla Sfinge di Tebe, sua concorrente, ma mi prendo una licenza sperando di non arrecare un danno d’immagine a nessuno).
L’Oracolo, a conti fatti, gli diceva ben poco, magari una sola frase (criptica, probabilmente qualcosa alla: “Il giovane guerriero dell’oriente raggiungerà il sole solo saltando un salto calcolato dalla spalla destra del gigante addormentato”), che aveva il potere di cambiare la vita della persona (sempre ammesso che questa riuscisse a capire cosa diamine volesse dire).
Una Terapia a Risposta Singola. Senza fattura, peraltro.
Problemi profondi
Ovviamente era una provocazione, perché nemmeno si poteva parlare di “psicoterapia” all’epoca, e perché Freud cambiò proprio il modo in cui si vedevano e concepivano i problemi.
Il problema, però, è che con gli anni si è sedimentata l’idea che “i problemi psicologici” necessitano tempo (mesi, anni) per essere risolti.
Perché?
Perché l’idea è che questi problemi sono il risultato di “anni di vita”, come una sorta di sedimentazione che, strato per strato, ha costituito il problema.
Il che ha anche senso. I problemi nascono nel passato, non nel futuro – a meno che non vogliamo scomodare concetti di meccanica quantistica che io, a meno che non siate dei veri esperti, suggerirei di non scomodare.
Ma ci sono una serie di errori logici, tra cui il fatto di pensare che un problema, solo perché è nato o ha cominciato a germogliare anni fa, debba necessariamente richiedere (altrettanti) anni per essere risolto.
Soluzioni a Seduta Singola
Anche se mi lavo bene i denti, tre volte al giorno, il tartaro si accumula. I dentisti raccomandano di fare l’igiene orale almeno una volta all’anno. L’igiene orale dura circa 30 minuti. Quindi un problema che prospera per un intero anno (l’accumulo di tartaro), viene risolto in 30 minuti.
La vecchia automobile di mia madre perdeva velocemente acqua: ogni due settimane bisogna riempire completamente il serbatoio apposito. Andammo avanti così per due o tre anni, riempiendolo ogni due settimane. Poi la vendemmo, chiarendo il problema al nuovo acquirente, che in una seduta singola dal meccanico fece cambiare il serbatoio.
Una persona* che veniva da me mi disse che, da quasi un anno, la notte si svegliava sempre alle 4.15, non riuscendosi più ad addormentare. Incuriosito, le chiesi come facesse a sapere che si svegliava sempre a quell’ora. Mi rispose che lo sapeva perché, appena aperti gli occhi, la prima cosa che faceva era controllare la sveglia. Le suggerii semplicemente di smettere di farlo: per il resto poteva continuare a restare nel letto sveglia, come già faceva. Due settimane dopo mi disse che, dopo aver smesso di controllare la sveglia, era tornata ad addormentarsi dopo quelle che le sembravano essere poche decine di minuti, e che da qualche giorno addirittura aveva cominciato a dormire ininterrottamente fino al mattino. Il problema non si presentò mai più.
A volte basta semplicemente cambiare qualcosa di molto semplice o fare un intervento, un’operazione, una manovra, un… qualcosa che non necessita di molti incontri. Basta una sola “seduta”.
Terapia a Seduta Singola
Negli anni ’80 Moshe Talmon si rese conto che un gran numero di pazienti del Kaiser Permanente, la struttura ospedaliera presso cui lavorava, si presentava per una sola seduta di psicoterapia per poi non tornare più.
Quando ne chiamò duecento, chiedendogli come mai avessero interrotto la terapia dopo un solo incontro, il 78% di essi gli rispose: “Perché quell’unico incontro mi è stato utile e sufficiente.”
Da allora si sono susseguiti una serie di studi e ricerche che hanno constatato 3 evidenze:
- Quando proposta, circa il 40-60% delle persone ritengono che una seduta singola sia sufficiente, indipendentemente dal problema presentato. La differenza la fa la persona, non il problema. Quindi a parità di problema, ci saranno persone per cui sarà sufficiente un singolo incontro, e persone per le quali servirà più di un incontro.
- Quando a settimane, mesi o anche anni di distanza queste persone vengono contattate per sapere se il problema è ancora in essere, e se magari vogliono un’altra seduta, circa il 60-80% di esse dice che il problema non c’è più o che comunque è molto migliorato, e in generale non ritengono di aver bisogno di un altro incontro
- Puoi sapere se una seduta singola sarà sufficiente solo quando sarai giunto alla fine della stessa, e sarà il cliente a dirtelo. In altre parole, solo alla fine dell’incontro si potrà valutare se quella seduta è tutto ciò che occorre a quella persona. «E se dopo un giorno, una settimana, un mese… dovesse rendersi conto di aver bisogno di altri incontri?» Poco male: si potrà sempre prendere un secondo appuntamento.
Ed è così che oggi si parla di Terapia a Seduta Singola.
Interludio: Io e la Terapia a Seduta Singola
Nel 2015 iniziai un carteggio con Michael Hoyt, che assieme a Robert Rosenbaum e al sopraccitato Moshe Talmon iniziò a fare ricerca sulla Terapia a Seduta Singola.
Nel 2016 andai in California da Michael, per formarmi con lui: ne è nata un’amicizia di cui sono onorato, e che mi ha permesso di ricevere una formazione continuativa sull’argomento.
In più, sempre nel 2016, andai anche in Australia, per continuare la formazione in Terapia a Seduta Singola presso il centro per famiglie “Bouverie Centre”; e in più fondai l’Italian Center for Single Session Therapy, per fare ricerca sulla TSS, formare psicologi in questo metodo e, ovviamente, continuare ad aiutare le persone anche in una sola seduta.
Da allora abbiamo formato oltre centocinquanta psicologi (solo la scorsa settimana abbiamo formato oltre 40 colleghi facenti parte dell’Esercito Italiano) e pubblicato un libro (), in cui abbiamo riassunto il nostro metodo più i concetti e gli studi di questi ultimi trent’anni.
Ma in che modo tutto questo può tornare a tuo vantaggio?
Come la Terapia a Seduta Singola può esserti utile
Ci sono molti motivi per cui puoi andare da uno psicologo anche per una sola seduta. D’altronde abbiamo visto che l’idea che per risolvere un problema ci vogliano più sedute… è soltanto un’idea.
Bada bene, non sto dicendo che tutti i problemi possano essere risolti in un solo incontro. Sto dicendo che spesso un solo incontro è tutto ciò che serve. E se non dovesse essere così, si farà un secondo incontro, ed eventualmente un terzo, e un quarto… solo il numero di incontri necessari, non uno di più, con l’idea di aiutarti nel più breve tempo possibile, rispettando ovviamente i tuoi tempi.
Dicevo, poi, che ci sono molti motivi per cui andare da uno psicologo anche per un unico incontro. Ad esempio:
- Risolvere un problema: e questo è il più scontato. Vuoi che lo psicologo ti accompagni fino alla risoluzione totale del problema. Questo forse è il motivo che richiede più tempo, anche solo per il semplice fatto che un problema potrebbe aver bisogno di tempo per mostrarsi risolto. Se ad esempio una persona mi chiede di aiutarla a perdere 30kg, il risultato non si vedrà alla fine di un incontro! Eppure non è rara la situazione in cui, al termine dell’incontro, la persona abbia davvero trovato una soluzione al suo problema.
- Avere le strategie per affrontare il problema: puoi anche non ritenere necessario che lo psicologo ti segui passo-passo, fino a dire insieme la parola “Fine”, ma semplicemente vorresti delle strategie che ti aiutino a cavartela da solo. In realtà, alcune ricerche mostrano che la maggior parte delle psicoterapie non termina quando lo psicologo dice “Abbiamo finito”, ma quando è il cliente a decidere che ha ottenuto ciò di cui aveva bisogno. E questo spesso corrisponde anche “semplicemente” all’avere gli strumenti giusti per continuare da solo, strumenti che spesso si possono elaborare e ottenere in un unico incontro.
- Trovare un confronto con un esperto: benché non mi piaccia la dicitura di “esperto” (perché rischia di far sbilanciare troppo l’ago della bilancia sullo psicologo, come se fosse un professore che inietta di sapienza il povero paziente – mentre il suo compito è in buona parte quello di aiutarlo a trovare e usare le proprie risorse), è innegabile che tu possa decidere di andare da uno psicologo per chiedergli il suo parere sul problema o questione che ti reca sofferenza, per confrontarti con lui, per capire o comprendere meglio alcune realtà. E spesso è tutto ciò di cui si ha bisogno e per il quale può essere sufficiente una sola seduta.
- Gestire un’emergenza/crisi: non immagini quante siano le persone che ci contattato in momenti di crisi, che per definizione sono temporanei. Si può allora sentire la necessità di uno spazio di contenimento, di un luogo di sfogo, di un momento di ascolto, di una base rassicurante in cui atterrare. E, come sopra, si può utilizzarla per avere un confronto, trovare delle strategie o risolvere la crisi stessa. In queste situazioni acute, non è raro che una sessione sia tutto ciò che occorre.
- Avviare o consolidare un cambiamento: infine, a volte ciò serve non è nient’altro che un calcio di inizio, un avvio, una spinta, un primo passo; oppure, se sei già in cammino, potresti sentire la necessità di fare il pit-stop, il punto della situazione, un assestamento o un aggiustamento di rotta. In entrambi i casi, ciò che chiederai allo psicologo è uno spazio e un momento (magari della durata di una sola seduta) in cui possa aiutarti a cominciare un cambiamento o a consolidarne uno in atto.
Quando hai a disposizione un’intera ora
Ho accennato a questi punti nella mia prefazione alla traduzione italiana del libro (di Michael Hoyt e Moshe Talmon) e il principio, in realtà, penso che lo tu conosca bene.
Infatti, se pensi ai cambiamenti della tua vita, ti renderai conto che molti di essi sono avvenuti in un lasso di tempo molto breve. Uno schiocco di dita, a volte. Decidere di terminare o di iniziare qualcosa, di fare o non fare qualcosa, di andare o non andare da qualche parte… decisioni che poi magari hanno influenzato il resto della tua vita.
Ci è voluto un attimo. Un minuto. Un secondo magari. Pensa allora cosa può succedere, quando hai a disposizione un’intera ora, per adottare una nuova decisione, un nuovo comportamento, una nuova prospettiva che possa aiutarti a risolvere il tuo problema.
A volte lo psicologo serve solo a questo: a cominciare quel passo. Altre volte, invece, potrai sentire che avrai bisogno di lui anche per alcuni dei passi successivi. A volte persino per tutti, dal primo all’ultimo.
L’importante è che tu instauri con lui una relazione di lavoro per cui la sua porta, per te, possa rimanere sempre aperta, e che vi permetta di dare e trarre il massimo anche in una singola seduta.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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*Tutti i casi descritti in questo blog sono frutto di invenzione, basati sulla mia esperienza clinica e non riferiti a persone realmente esistenti.