Resistere alle tentazioni

Dott. Flavio Cannistrà, psicologo a Monterotondo e a Roma
Se te lo concedi puoi rinunciarvi, se non te lo concedi sarà irrinunciabile (Oscar Wilde)

 * «Ti ho beccata a mangiarti un cioccolatino di nascosto, eh?».
«Uhm, so cosa può sembrare, ma in realtà sto facendo qualcosa di terapeutico».
«Ah sì, eh? E sarebbe?».
«Lascia perdere, non riuscirei a spiegartelo».
«Beh, provaci!».


«Uhm, ok, vediamo… Immagina che la cioccolata ti piaccia tanto da esserti irresistibile, ma che tu non debba proprio mangiarla. Cosa faresti?».
«Perché non devo mangiarla?».
«Il “perché” non ha importanza».
«Come no, certo che ne ha! Se conoscessi il “perché” potrei sapere cosa fare».
«Perché sei a dieta, perché mangi già troppe cose, perché non vuoi deludere il tuo ragazzo, perché nella tua famiglia è proibita… A meno che tu non sia allergica o impossibilitata, che importa il “perché”?».
«Importa. Se è un valido “perché” le mie reazioni sarebbero diverse».
«Tu credi?».
«Certo! Se fossi obesa e in pericolo di vita rinuncerei più facilmente».
«Credo che un po’ di persone, lì fuori, siano pronte a dirti che la volontà non è così forte e la mente non è così lineare».
«Mmm…».
«Pensiamo comunque che un “perché” c’è, ma che a prescindere da esso tu vorresti irresistibilmente mangiare della cioccolata, solo che non devi: cosa faresti?».
«Penso che proverei a resistere».
«E come?».
«Immagino che innanzitutto eviterei di comprarla».
«E poi? Se vai a cena da amici? Se la vedi negli scaffali dei supermercati? O in televisione?».
«La eviterei in tutti i modi possibili. A cena non la degnerei di uno sguardo, rifiuterei il dessert; al supermercato passerei in altre corsie e in TV cambierei subito canale».
«In una parola, resisteresti».
«Resisterei, sì».
«Ok, ma più resisti…».
«…più la mia voglia di cioccolata sale, certo».
«E sale, sale, sale fino a che… boom!».
«Boom, esplodo, non resisto più».
«E ti butti su tutta la cioccolata che trovi. Assalti la credenza, svuoti i supermercati, divori le scorte».
«La divoro, sì. A quel punto sarei famelica!».
«Bene. Immagina allora che, anziché resistere, ogni giorno ti concedi una piccola trasgressione, un piccolo cioccolatino fuori dai pasti, un piccolo pezzetto di cioccolata giornaliera».
«Mmm, credo di cominciare a capire…».
«Cominci a soddisfare la tua voglia. Anziché scapparle, come fai sempre, come hai sempre fatto senza successo – perché più scappavi, più incrementavi la voglia, finché questa non diventava insostenibile e tu cedevi – cominci ad assecondarla con piccole dosi giornaliere».
«Comincerei a sentire meno il bisogno di resisterle, perché fuori dai pasti la soddisfo».
«Esatto».
«Beh, potrebbe funzionare: la mia voglia diminuirebbe perché le cedo con piccole dosi, sicuramente più sane delle mie abbuffate. Però ora ti chiedo: e se ne volessi di più? Se quel pezzettino non mi bastasse? E se poi il mio problema col cibo non fosse limitato solo alla cioccolata?».
«Questa è la parte più bella: ogni giorno, durante i tre pasti, ti imponi di mangiare tutto quello che vuoi, tutto quello che più ti piace nelle quantità che preferisci».
«Tutto?!»
«Tutto, ma solo durante i tre pasti».
«Ma come? Scusa, ma non sono proprio quei cibi, quel “tutto”, il mio problema?».
«Il tuo problema è che resisti, resisti, resisti…».
«…e poi cedo, stramangio, mi abbuffo. È vero, ma tu mi stai dicendo di fare proprio questo!».
«Io ti sto dicendo di fare proprio il contrario. Ti sto dicendo che, durante i pasti, devi smettere di resistere».
«E il mio problema con la cioccolata?».
«Cioè?».
«Cioè se tu mi dici di mangiare tutto quello che più mi piace durante i tre pasti, la mangerei sempre!».
«Dici? Ogni giorno? Ad ogni pasto? Per tutti i giorni? Su questo ti vorrei sfidare…».
«…».
«Il problema non è mangiare, il problema è resistere. Oscar Wilde diceva: “Posso resistere a tutto, tranne che alle tentazioni”. Se te lo concedi puoi rinunciarvi, se non te lo concedi sarà irrinunciabile».

Dott. Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Terapia Breve Strategica
e Ipnositerapia

Riferimenti bibliografici
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Nardone, G. (2007). La dieta paradossale. Milano: Ponte alle Grazie.

*Tutti i casi descritti in questo blog sono frutto di invenzione, basati sulla mia esperienza clinica e non riferiti a persone realmente esistenti.

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