Risorse personali: quali sono e come utilizzarle

psicologo bravo roma
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Quali sono le tue risorse personali?

Se volessi risolvere un problema, un qualunque problema, da cosa dovresti iniziare?

Semplice: dalle tue risorse personali.

Ho guardato a lungo con sospetto questo termine, perché troppo vago e poco definito. Col tempo, però, ho studiato sempre più gli autori che vi facevano riferimento, per capire sia cosa intendessero, sia come individuare e utilizzare quelle risorse – e, soprattutto, come aiutare i miei pazienti a farlo.

In molte Terapie Brevi, in effetti, si fa proprio questo: si aiuta la persona ad aiutarsi.
E nell’articolo di oggi provo a darti qualche indicazione su come fare.

Test clinici lo dimostrano: puoi farcela da solo

Perdona il titolo ironico. Però, in effetti, è vero. Tutta una serie di studi in psicoterapia (e in particolari Terapie Brevi) dimostrano che le persone ce la fanno tranquillamente con le proprie forze.

Ad esempio, Moshe Talmon, il padre della Terapia a Seduta Singola, mostrò che può essere utile chiamare i pazienti che hanno preso un appuntamento per una psicoterapia, 2-3 giorni prima dell’incontro, per chiedere se vogliono confermarlo: molti di loro affermerebbero che, in effetti, le cose vanno molto meglio e non sentono più il bisogno di avviare una psicoterapia.

Con una saggia ironia, Michael Hoyt, altro padre della Terapia a Seduta Singola (lui, Talmon e Rosenbaum condussero la prima ricerca sistematica in materia), nonché, per mia grande fortuna, mio mentore e amico, dice che il numero più frequente di sedute fatte è… zero! La maggior parte delle volte, infatti, le persone risolvono un problema senza l’aiuto di uno psicologo.

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Abbiamo già buona parte di ciò che ci serve per risolvere un problema.

Attenzione, questo non vuol dire che la nostra è una professione inutile. Tutt’altro! D’altronde queste cose te le sta scrivendo uno psicologo, no? Per farti capire la nostra utilità, ti faccio un parallelismo con la figura del meccanico. Se devi mettere benzina, cambiare l’acqua o l’olio, sostituire un tergicristalli, magari anche cambiare una ruota o la batteria, è probabile che tu riesca a farcela da solo, per tutte o quasi queste situazioni.

Ma se hai un problema al motore… ti servirà molto probabilmente il meccanico.
Ecco, lo stesso vale per la figura dello psicologo.

Quello che voglio dire, in questo paragrafo, è questo: benzina, olio, tergicristalli, ruote… ci sono tante cose che puoi fare già per conto tuo. Grazie alle tue risorse.

Cosa sono le “risorse personali”?

In realtà, tutto.

Una risorsa personale potrebbe essere definita come una qualunque competenza di tipo cognitivo, emotivo, esperienziale o, più in generale, psicologico, a tua disposizione. E a queste vanno aggiunte le risorse esterne, cioè le persone e, più in generale, le realtà esterne a te a cui puoi accedere per migliorare la tua situazione.

Facciamola un po’ più semplice, con degli esempi tratti da situazioni reali.

Lucia*, una ragazza ipovedente subì un ulteriore abbassamento della vista a seguito di una complicanza medica. Sebbene arrivò disperata, insieme analizzammo come avesse fatto a cavarsela fin lì: aveva 24 anni, stava per laurearsi ed era in procinto di partire per un dottorato all’estero. Come aveva fatto a ottenere quei risultati? Quali insegnamenti poteva trarre dalle sue esperienze? Rispondemmo a domane come queste e alla seconda seduta riferì che tutta l’ansia degli ultimi mesi era rientrata e che si sentiva pronta per affrontare al meglio anche questa difficoltà.

Diego*, che veniva continuamente preso e mollato da una ragazza che non voleva impegnarsi troppo, scoprì, ragionando insieme, che da sempre, nella sua vita, aveva rifiutato di fumare, come invece facevano quasi tutti i suoi amici: non voleva diventare dipendente di qualcosa che gli avrebbe fatto male. Ragionammo insieme su questo suo potente “amor proprio” e tracciammo un’analogia con la sua situazione relazionale. A quel punto capì che doveva smettere di “inseguire” la ragazza, e smise di messaggiarla ogni giorno. Per la prima volta, dopo alcuni giorni, fu lei a mostrare interesse nei suoi confronti. Eppure Diego a quel punto scoprì che era lui a non essere più interessato a lei.

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Spesso non sappiamo di avere già delle risorse.

Michela*, che da cinque anni non usciva dal suo paese con l’automobile per via di una forte ansia che le prendeva al volante sulle strade interurbane, si descrisse come “una che quando si mette in testa una cosa la fa”. Insieme pensammo a quale potesse essere la più piccola cosa da cominciare a fare per sbloccare il suo problema, e venne fuori che avrebbe dovuto guidare almeno fino ai confini del paese e poi qualche metro oltre, per cominciare. In quattro sedute tornò a prendere completamente la macchina, per strade, autostrade, nel traffico, di notte…

Si tratta di situazioni in cui ci siamo appoggiati alle risorse della persona come leva strategica per sbloccare il loro problema una volta per tutte.

Ma come puoi individuare e utilizzare le tue risorse?

3 suggerimenti per cominciare a usare le risorse personali

Ci sono diversi modi, e spesso lo psicologo ha proprio il ruolo di spiegarti dove guardare e di darti una mano a metterle al tuo servizio in modo più strutturato.

Però ci sono sicuramente alcuni spunti che possiamo trarre dalle Terapie Brevi per cominciare a usare le tue risorse. Vediamoli:

1. Chiediti cosa potresti cominciare a fare tu

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Comincia chiedendoti qual è il primo passo da fare.

Sembra la domanda più sciocca e banale da porre, eppure è fondamentale: cosa puoi fare per risolvere il tuo problema?

La verità è che noi raramente ci poniamo questa domanda. Il più delle volte reagiamo a ciò che accade. Ma quando, in seduta, chiedo: “Secondo te che cosa potresti cominciare a fare per risolvere il tuo problema?”, la maggior parte delle volte mi vengono date risposte sensate, creative e assolutamente attuabili.

Se hai qualche difficoltà, puoi sempre provare con la domanda inversa: “Che cosa potrei cominciare – o continuare – a fare per peggiorare il problema?”. L’effetto paradossale di questa domanda fa sì che, dopo un po’ che tiri fuori le risposte “negative” (cioè le cose che peggiorerebbero la situazione), cominciano a emergere quelle che, invece, ti sarebbero di aiuto.

È un po’ l’esempio di Michela, la ragazza che aveva paura di prendere l’automobile. Ci pensò su e decise di cominciare ad allontanarsi gradualmente, a piccoli passi, dal paese. E funzionò alla grande.

2. Individua che cosa ha già funzionato in passato

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Hai probabilmente esperienze passate di successo, anche piccole, da cui prender spunto.

C’è stato un momento in cui il problema non si è presentato? O in cui hai saputo affrontarlo degnamente? In cui magari è stato meno grave o meno intenso del solito?
Ci sono stati dei momenti in cui hai sentito che stavi procedendo bene? Che le cose prendevano una buona piega? Cosa hai fatto in quelle situazioni? Qual è stato il tuo contributo, per quanto minimo?

La Terapia Breve Centrata sulla Soluzione è un approccio che ti invita a porti domande di questo genere. Ti invita, cioè, a individuare quello che ha già funzionato in passato.

Se non ti viene in mente cosa potresti cominciare a fare, puoi esplorare cosa hai già fatto e puoi provarlo a ripetere. Se ha funzionato, potrebbe funzionare ancora. Attenzione però: se ha funzionato, ma ora non funziona più, è bene non insistere.

Lucia, la ragazza ipovedente, ripercorse le situazioni passate in cui si era trovata in difficoltà: era ipovedente dalla nascita, ne aveva passate un sacco di situazioni difficili! E, in 24 anni di vita, poteva decisamente di dire di aver accumulato un’enorme quantità di esperienze da cui attingere per affrontare quelle future – che, per di più, avevano quasi tutte le stesse logiche di quelle passate.

3. Prova a fare qualcosa di diverso

Se fai sempre le stesse cose, otterrai sempre gli stessi risultati“.
Questa frase è stata detta da diversi autori, in diverse forme.

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Fai qualcosa di diverso!

Il principio è che, di fronte a un problema, spesso ci incastriamo in dei loop, in dei circoli viziosi. Facciamo, cioè, sempre un certo tipo di cose. Ma queste cose non fanno altro che mantenere in vita la situazione problematica. Anzi, sono proprio queste cose l’impalcatura su cui si regge.

Allora dovremmo provare a fare qualcosa di diverso da ciò che facciamo ripetutamente. È molto probabile che così l’impalcatura si smonti e il problema collassi su se stesso. Anche in questa occasione puoi usare una domanda paradossale: “Cosa dovrei continuare a fare, per mantenere la situazione esattamente così com’è?”. Questo farà emergere tutti quei comportamenti che già metti in atto e che probabilmente non ti aiutano: parti da lì per fare qualcosa di diverso.

Nel momento in cui Diego smise di prestare attenzione alla ragazza con cui aveva una relazione tormentata, non solo i ruoli si invertirono e lei cominciò a cercarlo, ma per la prima volta poté vedere lei e se stesso in modo diverso, scoprendo di non desiderarla più.

Comincia a usare le tue risorse

Questi sono alcuni esempi di come puoi utilizzare le tue risorse personali, ma ovviamente ce ne sono molti altri.

Naturalmente non si tratta di una panacea per tutti i mali. Ma, se ci pensi un attimo, questa “panacea per tutti i mali” non esiste!

Il punto, qui, è rendersi conto di avere a disposizione degli strumenti proprio davanti a noi. Di avere una cassetta piena di attrezzi proprio sotto il nostro letto. Si fa sempre in tempo a chiamare il tecnico, quando il problema sembra avere una complessità maggiore delle nostre capacità (“sembra”, perché magari il tecnico ti spiega solo come utilizzare meglio quegli attrezzi di cui già disponi, oppure ti dà il La, allenta il primo bullone, ti fornisce la mappa, e poi continui tu tranquillamente – al massimo, se necessario, sotto la sua supervisione).

Fammi sapere se trovi utili questi suggerimenti e, se ti va, commenta qui sotto o nella mia Pagina Facebook, riportandoci storie e situazioni in cui hai utilizzato, o hai visto utilizzare, le risorse personali per uscire da una situazione difficile.

Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola

Ipnosi

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Bibliografia

Bohart, A. C. & Tallman, K. (1999). How Clients Make Therapy Work: The Process of Active Self-Healing. Washington, DC: American Psychological Association.

*Tutti i casi descritti in questo blog sono frutto di invenzione, basati sulla mia esperienza clinica e non riferiti a persone realmente esistenti.