Immagina una persona che, giorno dopo giorno, si perde sempre di più nel confine tra ciò che è reale e ciò che è virtuale. È come se i due mondi si mescolassero, diventando indistinguibili. Potresti vederla seduta davanti a uno schermo, immersa in un’esperienza digitale che sembra più viva di quella che la circonda. La sua attenzione è completamente assorbita dai mondi virtuali: dai social media, ai giochi, alle interazioni online, che diventano per lei tanto tangibili quanto le persone e gli oggetti nel mondo fisico.
A volte, potrebbe parlare con persone che in realtà non sono lì, come se fossero nella stessa stanza. Le emozioni che prova, le risate, le frustrazioni, sembrano tanto autentiche quanto quelle che proverebbe se stesse vivendo un’esperienza concreta. Ma non è più in grado di separare queste emozioni da quelle vissute nel mondo reale.
I segnali di questo smarrimento sono sottili ma crescenti: una perdita di connessione con le persone fisiche, un senso di isolamento, la difficoltà di focalizzarsi su conversazioni faccia a faccia. I volti degli altri sembrano sfocati e lontani, mentre quelli virtuali, seppur distorti da uno schermo, sembrano più vicini e familiari. Le esperienze digitali diventano più significative e potenti delle interazioni nel mondo materiale.
Quando interagisce con oggetti fisici, può succedere che li guardi come se non fossero reali, come se appartenessero a un mondo parallelo, e talvolta ha difficoltà a ricordare se ha veramente vissuto un’esperienza o se l’ha solo vista su uno schermo.
Il suo corpo può reagire in modo inconsueto: un malessere fisico quando non è connessa, o un’improvvisa euforia quando è immersa in un mondo virtuale. Sembra che la barriera tra ciò che è concreto e ciò che è digitale stia svanendo, lasciandola in un limbo dove non sa più dove finisce il suo mondo e dove inizia l’altro.
Ci si può disconnettere da queste sensazioni? Si e puoi farlo con l’aiuto delle Terapie Brevi.
Cosa c’è di appagante nel virtuale?
Nel virtuale, ci sono diverse dinamiche che possono risultare più appaganti rispetto alla realtà, e queste dinamiche sono spesso legate a una sensazione di controllo, fuga, o gratificazione immediata. Ecco alcuni motivi per cui il virtuale può essere più attraente:
- Controllo totale: Nel mondo digitale, si ha un grado di controllo che non è sempre possibile nella vita reale. Puoi creare un avatar che rappresenti la versione ideale di te stesso, scegliere l’ambiente in cui ti senti più a tuo agio, e modellare le tue esperienze in base ai tuoi desideri. Questo senso di potere, anche se limitato, può risultare molto appagante, soprattutto per chi nella vita reale si sente impotente o sopraffatto.
- Fuga dalla realtà: Il virtuale offre un’opportunità di evasione. Se la realtà è stressante, complicata, o dolorosa, il mondo digitale permette di rifugiarsi in esperienze che offrono sollievo, come giochi, social media, o realtà virtuali. Qui, le difficoltà quotidiane possono essere temporaneamente dimenticate, e questo genera un senso di benessere che può diventare addictive.
- Immediata gratificazione: Molti ambienti virtuali sono progettati per offrire gratificazione immediata—che si tratti di ricevere like sui social, completare missioni nei giochi, o semplicemente guardare video che ti fanno ridere. In un mondo digitale, spesso tutto ciò che desideri è a portata di clic, mentre nella realtà spesso si devono affrontare ostacoli o tempi di attesa più lunghi per ottenere soddisfazione.
- Anonimato e libertà: L’anonimato che il mondo virtuale offre può dare una sensazione di libertà che non esiste nel mondo fisico. Le persone possono esprimersi senza paura di giudizio diretto, diventando versioni di sé stesse più audaci o più sperimentali. Questo può risultare molto attraente per chi si sente limitato nella vita reale.
- Comunità e connessione: Anche se nel mondo fisico si può sentirsi soli o non compresi, nel virtuale è possibile trovare persone con interessi simili, in un ambiente dove la geografia non è un ostacolo. La possibilità di costruire legami e connessioni in spazi digitali può dare un senso di appartenenza che potrebbe essere più difficile trovare nel mondo reale.
- Poca frustrazione, molta perfezione: Le esperienze virtuali sono spesso progettate per essere gratificanti, ma anche impeccabili. Nei giochi, nelle serie TV o nei social, non ci sono imprevisti o momenti di stallo: l’esperienza è spesso curata nei minimi dettagli, con una perfezione che può sembrare quasi inarrivabile nella vita quotidiana. Questo livello di perfezione può sembrare più soddisfacente rispetto alla realtà, che per definizione è imperfetta.
- Personalizzazione ed esperienze su misura: Il virtuale ti permette di scegliere un’esperienza che rispecchia esattamente i tuoi gusti, le tue preferenze. Pensa a come un algoritmo di streaming ti suggerisce contenuti che ti piacciono, o a come puoi modificare i tuoi personaggi o ambienti nei giochi. In questo senso, puoi plasmare il tuo mondo virtuale secondo le tue esigenze, mentre nel mondo reale spesso devi adattarti alle circostanze.
Il fascino del virtuale, quindi, non è solo una questione di “scappare” dalla realtà, ma anche di cercare e trovare soddisfazione attraverso elementi che nel mondo fisico possono sembrare sfuggenti o difficili da raggiungere. Tuttavia, se questo diventa l’unico modo per sperimentare appagamento, può portare a una distorsione della percezione di ciò che è realmente soddisfacente e significativo nella vita.
Come ristabilire la connessione con gli altri attraverso le Terapie Brevi?
Le Terapie Brevi si concentrano su risultati rapidi e concreti, spesso con un focus sul presente e sulle soluzioni, piuttosto che sulle cause profonde e a lungo termine dei problemi. Queste terapie possono essere particolarmente utili per ristabilire la connessione con gli altri, in quanto offrono strumenti pratici e veloci per superare difficoltà relazionali. Ecco alcuni approcci delle Terapie Brevi che possono aiutare a migliorare la connessione con gli altri:
La Terapia Strategica, ad esempio, si concentra sull’individuazione di comportamenti disfunzionali nelle relazioni e sulle modalità per modificarli rapidamente. In un contesto relazionale, il terapeuta può aiutare una persona a identificare i suoi schemi di comunicazione che ostacolano una connessione autentica. Ad esempio, se una persona tende a chiudersi o a evitare il confronto, la terapia può suggerire interventi pratici per migliorare la comunicazione, come praticare l’ascolto attivo o esprimere i propri sentimenti in modo chiaro e diretto.
La Terapia Sistemica, invece, guarda alla relazione nel contesto di un sistema (come una famiglia, una coppia o un gruppo di amici). In questo approccio, il terapeuta aiuta le persone a comprendere le dinamiche relazionali più ampie che potrebbero essere alla base di disconnessioni o conflitti. Le Terapie Brevi in questo ambito mirano a ristrutturare la comunicazione all’interno del sistema, lavorando su risorse e soluzioni concrete. Le persone imparano a identificare e risolvere rapidamente le dinamiche disfunzionali. Infatti il focus è sul miglioramento immediato della comunicazione e sulla modifica dei ruoli o comportamenti che creano disconnessione all’interno del gruppo o della famiglia.
Molte volte, la difficoltà a connettersi con gli altri nasce da conflitti non risolti o malintesi. Le Terapie Brevi si concentrano anche sulla risoluzione dei conflitti, proponendo soluzioni rapide ed efficaci. Ciò include tecniche come la negoziazione, il compromesso e l’apprendimento di nuove modalità di espressione delle emozioni durante i conflitti.
Le Terapie Brevi sono orientate all’azione e alla soluzione. Un altro aspetto importante per ristabilire la connessione con gli altri è stabilire obiettivi pratici, ad esempio migliorare la qualità di una conversazione, dedicare più tempo alle persone importanti o praticare l’ascolto attivo. Questi obiettivi concreti, se lavorati nel contesto della terapia, possono dare un rapido miglioramento nelle relazioni, facendo sentire le persone più connesse e soddisfatte.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
Nardone G., Cagnoni F. (2002). Perversioni in rete, Psicopatologie da Internet e loro trattamento, Ponte alle Grazie.
Portelli C. & Papantuono M., (2017). Le nuove dipendenze. Riconoscerle, capirle, superarle. San Paolo Edizioni.