Nel giro di poco tempo, la scuola si è dovuta organizzare interamente con la didattica a distanza. Un modo sicuramente utile per non perdere mesi e mesi di lezione, rimanendo a casa a causa della pandemia.
Questo totale spostamento della didattica online, nonostante i vantaggi, ha causato delle ripercussioni sulla vita degli alunni, ma anche su quella dei genitori e degli insegnanti.
I possibili rischi legati alla didattica a distanza sono tanti, e non sempre gli insegnanti e le famiglie sono preparati ad affrontarli. Gli insegnanti sicuramente hanno dovuto imparare a fare i conti con prese in giro, cyberbullismo, violazioni della privacy, diffamazione, difficoltà nel tenere la classe e nel realizzare le interrogazioni.
David Lazzari, presidente dell’Ordine degli Psicologi sta collaborando con il ministero dell’Istruzione per valutare gli effetti della didattica a distanza. Il Presidente afferma: “Secondo un’indagine del nostro centro studi, il 32% dei ragazzi tra 14 e 18 anni è pessimista sul futuro. Gli adolescenti ritengono che quando l’epidemia sarà passata la loro vita non tornerà come prima. È un dato pesante come altri che abbiamo raccolto in questi mesi“.
Ma quali sono le conseguenze a livello psicologico sugli adolescenti?
Mancanza di interazione, di concentrazione e feedback sono i segnali principali di qualcosa che non va.
L’isolamento e la didattica a distanza hanno avuto e stanno continuando ad avere delle conseguenze significative sulla vita dei giovani. La scuola non è solo il luogo dell’apprendimento, ma è anche il luogo della socializzazione. Quella con i compagni di classe è un’esperienza relazionale importante, perché va a modellare, insieme a tante altre variabili, l’identità sociale dell’adolescente.
La didattica a distanza ha tolto il legame con il luogo fisico della classe e questo porta i ragazzi a sentirsi più soli. La scuola non è solo dove si imparano i congiuntivi, ma dove si costruisce il proprio progresso mentale e sociale.
Sappiamo bene che le relazioni sociali sono continuate nel corso di questo anno, ma l’online è diverso dal reale. Soprattutto, questa modalità online, se prolungata così a lungo nel tempo, può creare disorientamento e disagio.
Negli adolescenti immersi in questa particolare situazione, il disagio psicologico può manifestarsi sotto forma di isolamento sociale e/o un grande numero di ore trascorse davanti al pc e smartphone.
Quindi, se ti rendi conto che tuo figlio sta attraversando un periodo difficile, che ha messo in atto dei cambiamenti repentini, che è sempre più insofferente verso le limitazioni o che al contrario è totalmente immerso nella tecnologia, puoi richiedere il consulto di uno specialista. Anche in tempi brevi è possibile intervenire per risolvere il problema, dando a te (o a tuo figlio) gli strumenti giusti per tornare a stare bene.
Per cercare di capire se tuoi figlio sta affrontando un disagio psicologico o semplicemente un periodo difficile, prova a rispondere a queste 5 domande.
1. Dal punto di vista emotivo, ritieni che tuo figlio sia come prima o sia cambiato?
Un primo segnale a cui puoi fare caso è se comunica, anche attraverso la comunicazione non verbale, disagio psicologico, come ansia, stress o depressione e tende a limitare le proprie attività.
2. Quanto tempo passa davanti alla tecnologia? Al termine della Dad rimane connesso ancora per molto?
Se tuo figlio spende gran parte della sua giornata davanti al pc o sullo smartphone, puoi incominciare a proporgli delle attività alternative che lo distolgano da questa relazione quasi simbiotica con la tecnologia.
3. Ha relazioni sociali? Soltanto online o anche di persona?
Senza tralasciare il periodo storico in cui viviamo, avere delle relazioni sociali di persona è una variabile a cui prestare attenzione.
4. Aiuta nelle attività quotidiane in casa e in camera sua?
Un altro segnale di difficoltà psicologica è dato dal fatto che è come se tuo figlio fosse assente nelle attività quotidiane, non dando alcun contributo nelle attività di casa.
5. A chi rivolgersi per chiarire i dubbi?
Nel caso di dubbi o di timore che tuo figlio possa sperimentare un disagio psicologico il punto di riferimento deve essere un professionista del mondo della psicologia. Questo ti permetterà di vederci chiaro e, soprattutto, di mettere in atto fin da subito delle strategie per aiutare tuo figlio.
Bibliografia
Scarlaccini F., Cannistrà F. (2017). Aiutami a diventare grande. Guida strategica per i problemi di comportamento di bambini e ragazzi. EPC editore, Roma.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
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