Che rapporto c’è tra Facebook, il nostro corpo e l’autostima?
Una recente ricerca, che verrà presentata a Seattle a fine maggio, sembra svelarlo: passare molte ore su Facebook può essere negativo per donne e ragazze, andando a intaccare l’immagine che si ha di sé.
E si sa: se non ci piaciamo, l’autostima ne risente.
Le cose stanno così: la Prof.ssa Pety Eckler, dell’Università di Strathclyde (Glasgow, Scozia), ha condotto una serie di ricerche sugli effetti negativi che un eccessivo uso di Facebook può comportare sull’immagine che abbiamo del nostro corpo.
“Vale per tutti?“
La sua ricerca si è concentrata sulle ragazze del college, quindi per ora dobbiamo pensare principalmente a un’età compresa tra i 18 e i 25 anni. Comunque già lo scorso anno aveva presentato uno studio rispetto alle connessioni tra Facebook, l’immagine di sé e i disturbi dell’alimentazione (anoressia, bulimia, ecc.). Tra poche settimane, poi, presenterà questo nuovo studio alla 64esima Annual International Communication Association Conference, a Seattle.
E i risultati sono poco incoraggianti.
I selfie sono una minaccia?
La ricerca si intitola Facebook and College Women’s Bodies: Social Media’s Influence on Body Image and Disordered Eating (“Facebook e il corpo delle studentesse universitarie: l’influenza del social media sull’immagine corporea e sui Disturbi dell’Alimentazione”) ed è stata condotta su oltre 880 studentesse universitarie.
Il risultato sembra essere questo: le ragazze che vedono continuamente le foto delle amiche tendono a fare confronti col proprio corpo, per lo più valutandosi negativamente.
Purtroppo la società non aiuta, poiché propone costantemente degli ideali di bellezza illusori.
Tutti abbiamo visto i tanti video di foto ritocco, in cui donne e ragazze di comune bellezza vengono abbondantemente ritoccate grazie a programmi appositi (si cita spesso Photoshop), creando realtà illusorie dagli effetti però molto concreti: gli uomini credono che quella sia la bellezza ideale e le donne si convincono di doverla raggiungere (benché sia impossibile farlo).
Da un lato la ricerca della Prof.ssa Pety Eckler ha un aspetto interessante: non sono le foto dei VIP e delle modelle ad avere un impatto negativo, ma quelle delle amiche. Una possibile chiave di lettura è che VIP, idoli e top model siano ormai stati smascherati, nel senso che tutti conosciamo l’abbondante uso che fanno di chirurgia estetica e… virtuale!
Invece le foto delle amiche sono decisamente più aderenti alla realtà, meno soggette a foto ritocchi (quanto meno a quelli più eclatanti). Ma rimanendo l’atteggiamento di base per cui le donne sono spesso insoddisfatte del proprio corpo e il fatto che VIP e compagnia sono ancora percepiti come standard di bellezza ideali, le ragazze tenderanno comunque a fare confronti negativi tra sé e le amiche, considerandosi meno belle.
La stessa Petya Eckler dice proprio questo: “L’attenzione alle caratteristiche fisiche potrebbe essere più pericolosa sui social media che sui media tradizionali, perché gli utenti dei social media sono persone che conosciamo“.
Niente disturbi dell’alimentazione, ma tanta insicurezza
Ora, la buona notizia è che pare che non ci sia un collegamento tra esposizione ai selfie delle amiche e lo sviluppo di anoressia, bulimia, vomiting o altri Disturbi del Comportamento Alimentare.
Però il collegamento c’è tra le ore spese su Facebook e i confronti negativi con la propria immagine corporea. In altre parole, più tempo passi su Facebook, meno ti piaci.
E non possiamo pensare che la sicurezza di sé non passi anche per l’immagine che abbiamo del nostro corpo: non piacersi fisicamente incide sull’autostima e sulla sicurezza personale.
Già sapere questo può esserci d’aiuto: ridurre l’esposizione a certe immagini e identificare e bloccare i pensieri negativi è il primo passo per migliorare la propria percezione e apprendere a riconoscere i propri punti di forza. Se poi questo è difficile, perché ci sentiamo bloccati (o magari siamo già caduti in qualche trappola, come quella della dismorfofobia), rivolgersi a uno psicologo è un buon modo per aiutarci a sbloccare le nostre risorse.
Dott. Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Terapia Breve Strategica
e Ipnositerapia
Letture consigliate:
Eckler, P., Kalyango, Y., Paasch, E. (2014). Facebook and College Women’s Bodies: Social Media’s Influence on Body Image and Disordered Eating. Presentato alla 64th Annual International Communication Association Conference, Seattle, WA (22-26 maggio 2014).
Lourdes, P., Congia, C. (2012). 101 motivi per abbandonare Facebook e ricostruirsi una vita normale. Mentegatti Digital Edition.
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