Sono troppo severa con mio figlio?

 

I figli perfetti non esistono, soprattutto per i genitori esigenti.

 

Tuo figlio è spesso distratto, demotivato, potrebbe prendere voti più alti, ma si accontenta.

Con lui sei dovuta diventare severa, hai dovuto usare spesso il pugno di ferro perché non faceva i compiti, non voleva andare a scuola fingendo il mal di pancia e, in generale, spendi molto tempo ed energie per convincerlo a studiare di più.

Ogni pomeriggio fargli fare i compiti è una lotta e spesso finite per litigare perché è lento, perché si distrae o perché ha preso un brutto voto e te l’ha nascosto.

Il rapporto fra di voi sicuramente potrebbe andare meglio, ma ogni volta che provi a spiegarli quanto la scuola sia importante non ottieni il risultato che speri e, così, ti innervosisci e ti arrabbi anche per le piccole cose.

Che cosa hai fatto fino ad ora per risolvere il problema?

Immagino che tu le abbia provate tutte, ma niente ha funzionato.

Queste strategie che hai messo in atto non sono state sbagliate, ma semplicemente non hanno funzionato.

Fra queste sicuramente avrai provato a:

  • Controllarti per non perdere la pazienza, spiegando a tuo figlio come si dovrebbe comportare, motivandolo a fare le cose bene, cercando di spiegare quanto sia importante essere attenti, responsabili.
  • Richiamare, sgridare, puntualizzare sui suoi comportamenti, incalzando con richieste pressanti.
  • Convincerlo anche sotto forma di raccomandazioni preventive.

Cosa puoi fare di diverso?

Per uscire da questo circolo vizioso in cui tu sgridi tuo figlio, che per tutta risposta prende sempre più le distanze da te e dalle tue raccomandazioni, provocandoti ancora più rabbia e frustrazione, ti suggerisco di seguire queste indicazioni:

1. Intervenire ogni volta come se fosse la prima

Potrai riprendere tuo figlio o sgridarlo solo dopo che sia capitato qualcosa, ma potrai farlo evitando di fare riferimento a qualsiasi altro episodio passato.

Quindi, anziché dire “Sei da mezzora sulla stessa pagina, come al solito”, potresti dire “Dai Giacomo, vai avanti. Scusami, lo so che ti stresso…” ed oltre a questo, dovrai evitare di intervenire due volte con la stessa frase.

Puoi dire la frase riportata poco sopra e nella volta successiva anziché ripetere quella frase, puoi avvicinarti a tuo figlio toccandogli una spalla e digli un’altra cosa come se fosse la prima volta.  È importante che anticipi l’idea di essere severa, stressante: in questo modo rispecchierai tuo figlio nei suoi sentimenti e si sentirà compreso.

2. Evitare ogni tipo di convincimento

Interrompere ogni tipo di tentativo di convincere tuo figlio a cambiare, a fare meglio. Piuttosto, ti suggerisco di “osservare senza intervenire”: a volte, l’intervento più efficace è proprio quello di non intervenire affatto!

Ti renderai conto di quante cose scoprirai semplicemente osservando.

3. Tagliare le raccomandazioni preventive

“Mi raccomando, vedi di studiare bene per l’interrogazione di domani, così non ti verrà mal di pancia”

Raccomandandoti in realtà è come se tu stessa preparassi il terreno fertile per un fallimento già annunciato.

 

Prova a mettere in atto queste 3 strategie per alcune settimane e, se ti va, fammi sapere come vanno le cose e quali segni di miglioramento noti.

 

Se renderti conto di aver bisogno di un aiuto in più, puoi rivolgerti ad uno Psicologo esperto in Terapie Brevi che ti aiuterà in tempi brevi, anche in una singola seduta.

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Bibliografia

Scarlaccini, F., Cannistrà, F. & Da Ros, T. (2017). Aiutami a diventare grande. Guida strategica per i problemi di comportamento di bambini e ragazzi. Roma: EPC Editore.

Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi

 

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