Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

Hai mai letto Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte?

Psicologo a Monterotondo
Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, di M. Haddon

Lo so, ha un titolo assurdo, ma è un libro di una bellezza rara.

È un giallo, con protagonista Christopher Boone, un quindicenne con sindrome di Asperger (un disturbo simile all’autismo ma meno invalidante). Christopher racconta in prima persona ciò che accade dal suo particolare punto di vista.

L’ho letto qualche anno fa e te lo consiglio, ma il motivo per cui ne parlo è un altro.

Mi è tornato alla mente qualche giorno fa. Pensavo al lutto, ad alcuni suoi aspetti, e mi è venuto in mente un passaggio di questo libro, tanto semplice quanto toccante. Dà un punto di vista diverso, una nuova luce su qualcosa come la morte di una persona cara, che lascia sempre senza forze, con le gambe che cedono.
Mi piacque tanto allora e ho pensato di condividerlo qui oggi.

Prima di citarlo faccio una premessa.
Christopher, come detto, ha un disturbo simile all’autismo e racconta in prima persona le vicende narrate nel libro. Queste sono descritte in modo analitico, apparentemente prive di qualunque sentimento, eppure ribollenti di forti emozioni, capaci di imprimersi come marchi a fuoco nella mente e nello stomaco del lettore.

Spero che le prossime righe piacciano anche a te: lasciami un commento se vuoi.

 

Ciò che di fatto avviene quando una persona muore è che il cervello smette di funzionare e il corpo si decompone, come quando morì Coniglio e noi lo seppellimmo in fondo al giardino. E tutte le sue molecole si frantumarono in altre molecole e si sparsero nella terra e vennero mangiate dai vermi e defluirono nelle piante, e se tra 10 anni andremo a scavare nello stesso punto non troveremo altro che il suo scheletro. E tra 1000 anni anche il suo scheletro sarà scomparso. Ma va bene ugualmente perché adesso lui è parte dei fiori e del melo e del cespuglio di biancospino.

Mia madre però fu cremata. Questo vuol dire che è stata messa in una bara e bruciata e polverizzata per poi trasformarsi in cenere e fumo. Non so cosa capiti alla cenere e non potrei fare domande al cimitero perché non andai al funerale. Però so che il fumo esce dal camino e si disperde nell’aria e allora qualche volta guardo il cielo e penso che ci siano delle molecole di mia madre lassù, o nelle nuvole sopra l’Africa o l’Antartico, oppure che scendano sotto forma di pioggia nelle foreste pluviali del Brasile, o si trasformino in neve da qualche parte, nel mondo“.

(tratto da Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, di Mark Haddon, ed. Einaudi).

 

Dott. Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Terapia Breve Strategica
e Ipnositerapia

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