Come Superare I Propri Errori: Un Semplice Espediente Che cosa possiamo fare quando siamo bloccati in un circolo vizioso?
Cosa succede quando sei incastrato in un circolo vizioso?
La scorsa settimana ne ho parlato nell’articolo Perché non riusciamo a cambiare?
Abbiamo detto che spesso siamo bloccati: tentiamo in tutti i modi di risolvere un problema, ma in realtà non facciamo che sprofondare di più nelle sabbie mobili – o, se proprio va bene, rimaniamo immobilizzati lì dove siamo.
Lo psicologo ci dà una mano in questo: è una figura esterna, quindi può avere una visione chiara e completa della situazione.
Ma cosa puoi iniziare a fare tu, da solo?
Ecco un semplice espediente.
Superare i limiti
Come ho detto altre volte, non amo molto la PNL. Ma i suoi fondatori, Bandler e Grinder, spiegarono molto bene un concetto chiave per il nostro discorso. Peraltro lo descrissero nel loro primo libro La struttura della magia, dove ancora non parlavano di PNL e dove analizzavano i grandi psicoterapeuti per capire qual era il segreto dei loro successi.
Da qui fecero una scoperta interessante: ciò che ci limita sono i nostri limiti.
«Bella scoperta…»
In realtà il concetto ha più implicazioni di quanto sembra.
Quando abbiamo un problema ciò che ci limita è ciò che facciamo, perché ciò che facciamo è limitato.
Se non riesco a uscire da una situazione è perché tutto ciò che sto facendo per uscirne non funziona, ha un limite.
Magari non sono abbastanza forte, e allora posso allenare la mia forza.
Magari non so cosa scegliere, e allora posso ascoltare più opinioni.
Magari vivo come in un labirinto, e allora posso vedere qual è la strategia più adatta per uscirne.
Come?
Con un espediente semplice: osservando.
Impara a osservare
I nostri antenati hanno capito molte cose osservando.
Osservando la luna e il mare, hanno capito come funzionano le maree.
Osservando gli animali, hanno capito quali frutti sono commestibili e quali velenosi.
Osservando gli errori e i successi degli altri, hanno imparato come evitare i primi e attuare i secondi.
Questa è la chiave.
Abbiamo visto che ciò che ci limita sono i nostri limiti. E che i nostri limiti sono dati da una ridotta capacità di scelta e da una ridotta capacità di azione. In una parola: da risorse ridotte.
Dobbiamo allora aumentare le nostre risorse.
Ma come?
Osservando cosa fanno gli altri.
Questo è lo stratagemma più antico, più semplice e più efficace del mondo.
Osservare chi ce l’ha fatta ci permette di imparare le sue modalità, i suoi comportamenti tipici, le sue tecniche, i suoi atteggiamenti, ma anche il suo modo di porsi, di dirsi, di farsi avanti di fronte alle situazioni.
Prima aumenti il bagaglio di conoscenze. Dopo le metti in atto.
Anzi, in realtà il segreto migliore è quello di fare mentre si apprende: unire fin da subito il sapere al saper fare. Testare, provare, mettersi alla prova con le nuove conoscenze che si stanno acquisendo dall’osservazione degli altri, dei loro successi, ma anche semplicemente dei loro più piccoli punti di forza – che magari neanche conoscono.
È esattamente questa la domanda che ti devi porre quando ti trovi di fronte a qualcuno: “Quali sono i punti di forza di questa persona?”.
E bada bene: puoi farlo con chiunque.
Non c’è bisogno di andare a trovare superuomini, gente eccezionale o grandi pensatori.
Basta che osservi con attenzione una persona qualunque per qualche decina di minuti.
Come parla, come si comporta, cosa dice, cosa fa, quali sono i suoi pensieri e i suoi modi di essere, sia nel comportamento verbale che in quello non verbale (ricordi il recente articolo Alber Mehrabian e la comunicazione non verbale? Leggilo La Comunicazione Non Verbale E La Regola Di Albert Mehrabian).
Osservando attentamente questa persona (e allenandoti a farlo con più persone diverse), troverai i suoi più piccoli punti di forza, così come quelli più eclatanti, e a quel punto potrai provare ad applicarli tu stesso.
Quindi il segreto è:
- Osserva qualcuno per qualche decina di minuti
- Trova i suoi punti di forza, anche i più piccoli e di cui lui stesso non è a conoscenza
- Comincia a metterli in atto anche tu, trovando come possano adattarsi alla tua situazione e al tuo problema specifico
“E se non mi riesce? Cioè, potrei non sentirmi in grado di fare le cose che fa quella persona“.
Fingi.
Ricordi cosa ha detto Amy Cuddy nel suo Come Iniziare A Cambiare?
Lei subì un terribile incidente che fece abbassare drasticamente il suo Quoziente Intellettivo (prima era notevolmente al di sopra della media).
Da quel momento sentì che non avrebbe potuto più fare niente.
Ma una sua insegnante le disse: “Non mi importa cosa pensi di poter fare o non poter fare: fallo e basta. Voglio che arrivi alla fine di tutta questa storia e basta. Non mi importa se pensi di non potercela fare: devi farlo e basta”.
E lei si è sentita come una che ha sempre “finto di essere ciò che non era” perché, anche se non lo era, ha cominciato a comportarsi come se fosse una persona brillante e intelligente. E alla fine… è tornata ad esserlo. E non solo: ha smesso di sentire che stava fingendo e si è accorta che era tornata a essere davvero brillante e intelligente.
(Per ascoltare la storia di Amy Cuddy clicca Come Iniziare A Cambiare)
Impara dagli errori degli altri
«Mi piace come metodo: osservare gli altri, trovare i punti di forza e cominciare a metterli in atto io stesso. Sai, purtroppo a volte però mi sembra di essere circondato da calamite di negatività, gente che sa solo fare, dire e pensare cose negative!»*
In realtà, paradossalmente, è anche meglio.
Quando in qualcuno non trovi punti di forza, ma solo punti di debolezza, segui queste istruzioni:
-
- Osserva attentamente la persona e i suoi punti di debolezza per qualche decina di minuti
- Scopri con attenzione che cosa fa, inconsapevolmente, per rendere attivi questi punti di debolezza: magari vede sempre il lato peggiore delle cose, o si comporta in modo sgradevole con gli altri, o si rimprovera sempre gli insuccessi e non si fa mai i complimenti per i successi, o pensa sempre al peggio, ecc.
- A questo punto, chiediti se qualcuno di quei punti di debolezza li stai mettendo in atto anche tu, nella tua vita
- Infine, se ne trovi qualcuno, chiediti come puoi migliorarli, chiediti insomma qual è il comportamento opposto che potresti iniziare ad attuare… e comincia!
Conclusioni
Osservare è la strategia più antica e più facile del mondo.
La terapia breve, nata ed evoluta da grandi autori come Watzlawick, Weakland e Fish quasi 50 anni fa, partì proprio da questo: osservare come le persone riescono in autonomia a risolvere i propri problemi (e di come si incastrano in essi – se ti interessa il loro modello di terapia breve un buon libro è Change). E il pensiero creativo, di cui ottimi esempi ne fa Edward De Bono nel libro l’Il pensiero laterale, riguarda molto il concetto di osservare per vedere con nuovi occhi.
Tanto che il terapeuta da allora è diventato sempre più un facilitatore, un problem solver, una persona che anziché scovare presunti traumi nell’inconscio, ti guida a sbloccare comportamenti negativi e a utilizzare risorse positive.
Puoi iniziare anche tu, in modo molto semplice.
Osserva gli altri. Scopri punti di forza e di debolezza. Applica i primi alla tua vita e impara a difenderti dai secondi.
Dott. Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica
e Ipnositerapia
Per approfondimenti:
Bandler, R., Grinder, J. (1975). La struttura della magia. Roma: Astrolabio, 1981.
De Bono, E. (2000). Il pensiero laterale. Milano: Bur.
Watzlawick, P., Weakland, J., Fish, R. (1974). Change. Sulla formazione e soluzione dei problemi. Roma: Astrolabio, 1975.
*Tutti i casi descritti in questo blog sono frutto di invenzione, basati sulla mia esperienza clinica e non riferiti a persone realmente esistenti.