Pensavi che le cose sarebbero durate, ma non è andata così: vi siete lasciati, e magari proprio sotto le feste. Cosa fare, allora, per stare meglio?
Ognuno ha i suoi modi personali di affrontare il dolore per la fine di una relazione, ma è anche vero che alcune conoscenze dalla psicologia e dalle terapie brevi ci possono dare una mano a uscirne più facilmente. Sono sempre in prima linea nel dire che lo psicologo è di grande aiuto, ma non è necessariamente il primo passo da fare: se molti lo trovano utile per affrontare fin dalle prime battute un problema – cosa che spesso velocizza la risoluzione del problema – altri sentono di voler cominciare per conto proprio.
E questo articolo si rivolge in particolare a loro.
Consigli dal mondo della psicologia
Quando ho cominciato questo blog – ormai più di 6 anni fa – pensavo a quante conoscenze possedessi sulla psicologia e sulle terapie brevi grazie ai miei studi, e a quanto sarebbe stato utile metterle a disposizione delle persone. Mi sembrava assurdo, infatti, che concetti appresi da tomi universitari, articoli scientifici e formazione personale rimanessero così, chiusi negli ambienti accademici. Così cominciai a scrivere un articolo a settimana, prendendo sempre spunto dai miei studi nel campo.
E allora perché non vedere quali suggerimenti pratici la psicologia e le psicoterapie brevi possono fornirci per superare la fine di una relazione?
Naturalmente puoi immaginare le migliaia di studi esistenti sull’argomento, dato che le relazioni sono una delle cose più studiate in psicologia e psicoterapia. Qui ne ho selezionati 7, un po’ diversi dalle solite cose, e per i più curiosi ho ovviamente riportato i riferimenti bibliografici in fondo alla pagina.
Se questi studi ti piacciono lasciami un commento e ne cercherò altri per il futuro.
7 suggerimenti per superare la fine di una relazione
- PIANGI: se qualcuno ti ha lasciato, o se tu hai lasciato qualcuno, o se per qualunque ragione la vostra storia è finita… beh, dovresti piangere un po’. Piangere è molto meglio di un antidepressivo: lo hanno dimostrato Gračanin e colleghi in una recente ricerca (2014), in cui si è visto che nel 90% dei casi piangere aiuta a sollevare l’umore. Se però sei tendenzialmente una persona molto ansiosa o già incline alla depressione fai attenzione: potrebbe dare l’effetto contrario. In tal caso al posto del piangere potresti scrivere come ti senti (vedi sotto). Per tutti gli altri, invece, un buon pianto – anche più di uno – farà solo del bene.
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Ti interessa il libro? Clicca sulla copertina. SCRIVI: scrivere ha talmente tanti effetti benefici che non saprei da dove cominciare… In generale, buttare giù sensazioni ed emozioni negative (dolore, tristezza, rabbia, frustrazione, stress…) aiuta a scaricarsi, migliora l’umore, favorisce l’elaborazione. Pennebaker ha dedicato tutta la vita a questo argomento e il suo libro Scrivi cosa ti dice il cuore è un must read sull’argomento. In generale, tenere un diario in cui scrivere più o meno ogni giorno come ci si sente, cosa si prova, come si sta, o anche solo come è andata la giornata, può solo farti stare male. E se non sai a chi scrivere… scrivi a me. Dico sul serio. Immagina di scrivere delle lettere a me, iniziando proprio con “Caro Flavio…”, o “Caro Dott. Cannistrà…”, o “Caro doc…”, come preferisci insomma, e butta giù tutto quello che ti viene in mente, tutto ciò che mi diresti, tutte le considerazioni che vuoi fare… È necessario farlo usando carta e penna, ma non c’è bisogno che me le spedisca: l’importante è che una volta scritte tu non le rilegga più. Fallo per una settimana, e poi vedi come ti sentirai.
- STAI LONTANO DAI SOCIAL: la Dr.ssa Jesse Fox (2015) ha dimostrato sperimentalmente ciò che tutti sappiamo: stalkerizzare il tuo ex su Facebook ti fa stare peggio. In generale, seguirne gli aggiornamenti sui social, ma anche su WhatsApp (ad esempio vedendo quando si collega), contribuisce a farti stare male, a mantenerti negativamente dipendente da lui e a impedirti di vivere la tua vita. Naturalmente se vuoi farlo non ci vuole nulla: basta collegarti in qualunque momento e spiare la sua vita.
- ABBRACCIA E FATTI ABBRACCIARE: gli abbracci, e più in generale il contatto e la vicinanza fisica con gli altri, inducono il tuo corpo a produrre ossitocina, “l’ormone dell’amore”. Più nello specifico, il gruppo della Dr.ssa Kathleen C. Light ha mostrato già da tempo (2005) gli effetti benefici del contatto fisico nelle coppie, grazie al rilascio di questa “droga naturale”. Ma, in generale, abbracciare e farsi abbracciare, e più nello specifico cercare e dare contatto fisico, è un piccolo stratagemma per ricaricarsi di tanto in tanto con una “dose” di positività.
- RIDI IN COMPAGNIA: anche ridere genera una droga naturale: l’endorfina. In particolare, Robin Dunbar e il suo staff (2012) hanno dimostrato i fantastici effetti positivi di una risata in compagnia. Alla fine di una relazione, allora, dovresti davvero provare a creare o anche solo a lasciarti coinvolgere in situazioni sociali divertenti: da cinema a una serata con amici, da una pizza a una chiacchierata al telefono raccontandosi cavolate. Tutto con l’unico scopo di lasciarti strappare qualche sorriso: tutte le volte che accade, il tuo corpo produce endorfine, che contribuiscono a farti sentire bene. E la cosa straordinaria è che lo fa anche se il sorriso non è spontaneo! Esatto: se in questo preciso momento sorridi, il tuo corpo produrrà delle endorfine dagli effetti piacevoli.
- FAI ESERCIZIO FISICO: una larga serie di studi (come quelli analizzati nel 2006 dalla Dr.ssa Georgia Stathopoulou) hanno dimostrato gli effetti benefici dell’esercizio fisico: ad esempio, 30 minuti al giorno di camminata aiutano a uscire dalla depressione. E in generale, l’esercizio fisico, di qualunque natura esso sia, aiuta a sentirsi meglio. Uscire dalla rottura di una storia, con tutte le negative conseguenze emotive che comporta, sarà sicuramente più facile se cominci a prenderti un piccolo spazio quotidiano in cui fare un po’ di attività fisica.
- NON EVITARE (NECESSARIAMENTE) NUOVE RELAZIONI: l’idea comune è che “finita una storia non devi subito iniziarne un’altra”. Beh, non è sempre vero. Proprio di recente (2015) Brumbaugh e Fraley hanno mostrato che per alcune persone iniziare una nuova storia di “rimbalzo” a una appena finita (si parla proprio di “rebound relationships”, relazioni di rimbalzo) non fa male, anzi, le aiuta molto. Naturalmente non può essere valido per tutti, per tutte le situazioni e in qualunque momento. Però ti aiuta a ricordare che non devi per forza aspettare tanto. In generale il mio suggerimento è di “seguire le sensazioni“: se senti un buon feeling con una persona che hai conosciuto dopo la rottura col tuo ex partner, buttati; se senti che non è il momento, invece, non forzarti; e se hai iniziato, ma senti che qualcosa non va, fermati.
E tu cosa ne pensi? Hai mai adottato qualcuna di queste strategie? Ne hai trovate altre utili per le tue esperienze? Condividi qui sotto le tue esperienze: può darsi che abbiano dei riscontri con studi scientifici fatti in psicologia.
Dott. Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve e Ipnosi
Riferimenti bibliografici:
Gračanin, A., Bylsma, L.M. & Vingerhoets, A.J. (2014). Is crying a self-soothing behavior? Front Psychology, 5:502
Brumbaugh, C. C., & Fraley, R. C. (2015). Too fast, too soon? An empirical investigation into rebound relationships. Journal of Social and Personal Relationships, 32, 99-118.
Dunbar, R.I.M. et al. (2012). Social laughter is correlated with an elevated pain threshold. Proceedings of The Royal Society B: Biological Sciences, 279(1731), 1161-7.
Fox, J. & Tokunaga, R.S. (2015). Romantic Partner Monitoring After Breakups: Attachment, Dependence, Distress, and Post-Dissolution Online Surveillance via Social Networking Sites. CyberPsychology, Behavior & Social Networking, 18, 9, 491.
Light, K.C., Grewen, K.M. & Amico, J.A. (2005). More frequent partner hugs and higher oxytocin levels are linked to lower blood pressure and heart rate in premenopausal women. Biological Psychology, 69(1), 5-21.
Pennebaker, J.W. (2004). Scrivi cosa dice il cuore. Milano: Erickson.
Stathopoulou, G. et al (2006). Exercise Interventions for Mental Health: A Quantitative and Qualitative Review. In Clinical Psychology: Science and Pratice, Volume 13, Issue 2, 179–193.