6 Terapeuti Di Cui Diffidare (1) abbiamo iniziato a vedere sei tipologie di psicologi, psicoterapeuti ma anche di altri cosiddetti professionisti delle relazioni di aiuto (counselor, coach, ecc.) che, secondo Nardone, sono da evitare perché poco utili, se non dannose, ai fini terapeutici. Abbiamo visto Il Consolatore, che assume un atteggiamento caldo e protettivo in cui il paziente può sentirsi sì al sicuro, ma con scarsi progressi; Il Confessore, che porta il paziente a svelare presunte “colpe” come fosse un peccatore (cosa che non è affatto); e L’Amico a Pagamento, pieno di buoni consigli poco utili di fronte a problematiche più serie.
Oggi vedremo le ultime tre tipologie.
Psicologi da cui stare alla larga
L’Aguzzino
Il potere corrompe e qualunque professionista può sentirsi in una posizione di potere rispetto a chi chiede i suoi servizi. Quando professionisti che non hanno risolto frustrazioni e difficoltà personali usano la relazione terapeutica per “rifarsi”, allora abbiamo un problema. Questo terapeuta mette in atto tutto ciò che fa risaltare il suo ruolo: atteggiamento estremamente distaccato, eccessiva formalità nei modi e nell’abbigliamento, rigidità, indisponibilità e allontanamento emotivo. Tutto in funzione del mostrare potere e superiorità. È facile identificarli perché presto la maggior parte dei pazienti scappano.
Il Santo Missionario
È colui che si immola per la professione e per il quale senso del martirio e del sacrificio sono estremi. Lo puoi chiamare a tutte le ore, giorno e notte, feriali e festivi; se chiamato viene a casa tua, sul tuo luogo di lavoro o dovunque tu voglia. Piace a molti pazienti, ma i risultati sono ben pochi rispetto agli sforzi poiché “l’atto del curare non presuppone la sofferenza congiunta di dottore e paziente”. Sono infatti i professionisti più a rischio di sindrome da burn out.
Il Profeta
Sono psicologi, psicoterapeuti, counselor, coach, ecc. che portano avanti una teoria, magari del tutto personale, a cui convertire i propri pazienti. Spesso sono più attenti a indottrinare che a curare e possono finire per perdere di vista il loro obiettivo. Presto ti accorgerai che tutte le teorie descritte da questo professionista possono anche essere interessanti, ma a poco servono per risolvere il tuo problema.
Ed ecco concluso il nostro viaggio.
Prima di chiudere ci tengo a ripetere quanto affermato nel precedente articolo. Le categorie individuate da Nardone hanno caratteristiche riscontrabili in qualunque terapeuta: ci sono momenti in cui si può essere più consolatori e altri in cui è necessario tirare fuori qualcosa che la persona tiene dentro; a volte bisogna assumere un atteggiamento più informale e altre è opportuno risultare più distaccati; si può andare incontro a una richiesta estrema di aiuto o spiegare alcuni elementi della teoria di riferimento.
Il problema è quando tutta questa serie di atteggiamenti non fa parte di una strategia terapeutica precisa, ma è più un copione assunto indistintamente dal professionista di turno. In quel caso, alla fine, la terapia con molta probabilità finirà per fallire.
Dott. Flavio Cannistrà
co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Riferimenti Bibliografici
Nardone, G. (2002). Manuale di sopravvivenza per psico-pazienti. Milano: Ponte alle Grazie.
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