Sai che esistono tantissime psicoterapie?
Ciò che le differenzia riguarda principalmente la modalità di psicoterapia, cioè le persone a cui la terapia è rivolta (individuo, coppia, famiglia, gruppo, comunità), ed il tipo di psicoterapia, che riguarda l’approccio teorico e le tecniche pratiche della terapia stessa.
Oggi ci occupiamo di Terapia Breve e di Terapia Familiare.
Quali differenze e quali punti in comune hanno?
1. Chi partecipa alla terapia?
La Terapia Breve è una forma di psicoterapia che si concentra sul qui-e-ora, su come il disturbo si manifesta e si mantiene, piuttosto che sulle cause del disturbo. Nella Terapia Breve si lavora prettamente sull’individuo o sulla coppia, senza necessariamente coinvolgere tutti i membri della famiglia, anche se il problema coinvolge i familiari.
Si può usare, infatti, la terapia indiretta: prima di chiamare il familiare “problematico” a partecipare alla terapia, si può lavorare con gli altri membri al fine di agire in modo indiretto per favorire il cambiamento.
La terapia indiretta, ad esempio, è molto utile nel trattamento di problematiche che riguardano direttamente bambini e/o adolescenti.
Essa è efficace non solo nei contesti familiari ma anche in tutti quelli in cui il minore è direttamente coinvolto (ad esempio il contesto scolastico o quello dei pari).
L’idea è, ancora una volta, agire in modo strategico sul sistema per generare un cambiamento sul singolo, sovvertendo con specifici compiti e prescrizioni i circoli viziosi che alimentano il problema.
Nella Terapia Familiare, anche se il disagio può riguardare solo alcuni membri di una famiglia o, come molto spesso accade, una sola persona, alle sedute partecipano tutti di membri della famiglia.
La persona che porta il problema o il disagio è vista come “l’espressione” di una difficoltà nel contesto familiare e, quindi, il terapeuta non si focalizza solo sulla persona, ma stimola il cambiamento dell’intera famiglia.
2. Quante generazioni vengono coinvolte?
Nella Terapia Breve, generalmente, non si lavora con le generazioni passate, anche se vengono tenete in considerazione soprattutto nel modo in cui esse hanno un’influenza sul presente; invece questo non avviene nella Terapia Familiare, che prende in considerazione le 3 generazioni precedenti, coinvolgendole attivamente in terapia.
3. Quanti terapeuti sono coinvolti?
Nella Terapia Breve, solitamente, la coterapia non è una prassi solita, quindi non è molto comune che la terapia venga condotta da più terapeuti contemporaneamente, prassi invece molto comune alla Terapia Familiare. Ovviamente, entrambe le modalità hanno dei pro e dei contro.
Inoltre, nella Terapia Breve non viene usato lo specchio unidirezionale: inizialmente le Terapie Brevi condividevano con le Terapie Familiari l’uso di questo strumento con tanto di team di terapeuti dietro lo specchio.
Quindi, il terapeuta nella stanza con il paziente poteva usufruire di momenti di pausa per confrontarsi con i colleghi, oppure i colleghi potevano partecipare attivamente entrando nella stanza di terapia.
Questo, oggi, nelle Terapie Brevi non viene più utilizzato, mentre invece è una prassi comune per le Terapie Familiari.
4. Quanto dura la terapia?
Le Terapie Brevi, per definizione, partono dall’epistemologia teorica, tecnica e pratica per cui sono più brevi, in media, delle Terapie Familiari, come ad esempio quelle sistemiche, psicodinamiche, ecc.
Hanno dei punti in comune?
Sì.
Entrambe le Terapie, infatti, sono sistemiche.
Che significa?
Che entrambe tengono in considerazione i sistemi in cui la persona è inserita e coinvolta, quindi le relazioni che caratterizzano la sua vita: la coppia, la famiglia d’origine, la famiglia allargata, la famiglia acquisita.
Questi diversi sistemi possono essere coinvolti, sia in Terapia Breve che in Terapia Familiare in diversi modi:
- in seduta, quindi partecipando personalmente e direttamente agli incontri,
- nella terapia, quando il terapeuta fa dei riferimenti espliciti riguardo la famiglia o alcuni membri del sistema, senza però farli partecipare personalmente alle sedute,
- oppure nelle considerazioni del terapeuta, quindi il terapeuta tiene a mente la famiglia mentre lavora con l’individuo o la coppia presente in seduta.
Presso l’Istituto ICNOS, la Scuola di specializzazione in Psicoterapia Sistemico-Strategica formiamo i nostri allievi nei principali approcci di Terapia Breve Sistemica e Strategica e proponiamo un focus sulla Terapia Strategica Familiare (BSFT).
Noi della Scuola ICNOS riteniamo che il terapeuta dev’essere in grado di lavorare anche con la famiglia e la coppia, riconoscendo e interrompendo le disfunzionali alleanze, interazioni e relazioni che mantengono in vita i problemi presentati.
Il terapeuta formato anche in Terapia Strategica Familiare è in grado, infatti, di comprendere come alcuni sintomi e comportamenti del paziente possano configurarsi come tentativi di gestire le interazioni con gli altri membri della famiglia/coppia.
Per saperne di più sulla Terapia Breve Sistemico-Strategica e Familiare partecipa al nostro Open Day il 24 Gennaio 2020!
Bibliografia
Horigian, V. Robbins, M. Szapocznik (2004). Terapia breve strategica familiare. Rivista Europea di Terapia Breve Strategica e Sistemica n. 1
Nardone, G., & l’equipe del Centro di Terapia Strategica (2012). Aiutare i genitori ad aiutare i figli. Problemi e soluzioni per il ciclo di vita. Firenze: Ponte alle Grazie.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Vuoi rimanere aggiornato su tecniche, strategie e informazioni di Terapia Breve?
Oppure cerchi uno psicologo a Roma, Monterotondo o online?
Compila il modulo qui sotto:
compila la parte “Come posso aiutarti” se vuoi un appuntamento, o lasciala vuota per iscriverti alla mia newsletter.