
Titolo: Il tocco, il rimedio, la parola. La comunicazione tra medico e paziente come strumento terapeutico
Autore: Roberta Milanese & Simona Milanese
Editore: Ponte alle Grazie
Voto:
Questo libro è un’affascinante e accessibile introduzione al “potere” dell’effetto placebo (e non solo) e, più in generale, di come esso agisca tra professionista e paziente.
Roberta e Simona sono due sorelle, psicologa una e medico l’altra. La prima ha una lunga esperienza nella psicoterapia, nel problem solving e nel coaching. L’altra, un’altrettanto lunga esperienza nella medicina oncologica.
E cosa possono scrivere insieme?
Un libro sul potere del gesto e della parola nel curare – o far ammalare – le persone. Vediamolo meglio.
Un libro di Terapia Breve?
Nì.
Tecnicamente non è un libro di Terapia Breve, perché non si parla di psicoterapie brevi. Il libro prende in esame in buona sostanza le modalità in cui le parole, i gesti e le tecniche impiegate nell’ambito della cura (psicologica e medica) possano avere effetti positivi ed effetti negativi.
In particolare si concentra su aspetti quali l’effetto placebo (il somministrare un trattamento inerte – cioè che non possiede alcuna proprietà terapeutica – e ottenere comunque un effetto terapeutico), l’effetto nocebo (il contrario: un trattamento che non ha alcuna proprietà nociva ma che induce un effetto negativo o indesiderato), l’effetto aspettativa (simile all’effetto placebo, ma a produrre l’effetto terapeutico non è un trattamento, bensì l’aspettativa di riceverne uno, o comunque l’aspettativa di guarire, o di essere visitati da un terapeuta autorevole ecc.) e così via.
Quindi, no, non è un libro di Terapia Breve.
Eppure ho voluto farlo rientrare all’interno delle recensioni di questi libri perché i temi di cui tratta sono molto importanti per le Terapie Brevi, perché spesso, sebbene non sempre, si tengono in grande considerazione queste tematiche al loro interno.
Curare con tutto ciò che viene fatto
Partendo dagli effetti visti sopra, e approfondendoli con numerosi esempi e, soprattutto, con numerose ricerche scientifiche, il libro è molto utile ai professionisti della salute, fisica e mentale, perché permette di capire gli effetti che gesti, parole e interventi tout court hanno nel produrre un risultato terapeutico.
Le autrici partono dal concetto di “compliance“, termine inglese che indica quanto la persona aderisca al trattamento proposto. In altre parole, se un medico ti suggerisce di prendere una pillola al giorno e di fare attività fisica, e tu prendi la pillola quando ti va e non fai alcuna attività fisica… beh, c’è una scarsa compliance.
Da lì, arrivano a parlare di effetto placebo, effetto nocebo, effetto aspettativa e così via, per dimostrare in modo inequivocabile una cosa: ciò che determina il successo o il fallimento di una cura è, in parte, anche il modo in cui viene proposta. Se iniziassi una psicoterapia dicendo: “Sa, la psicoterapia nel suo caso ha scarso effetto. Anzi, penso che non le servirà a un granché”, è molto probabile che la profezia si avveri, e che non abbia effetto.
«E grazie al piffero, Flà! Ma nessuno inizierebbe una psicoterapia – o una qualunque terapia – in questo modo!»
Certo, il mio esempio è estremo per far comprendere meglio l’effetto. In generale, se involontariamente trasmetti comunicazioni più sottili, ma sempre con contenuti simili (di sfiducia, scarsa aspettativa, bassa speranza), finirai per lastricare il fallimento della terapia.
E c’è di più.
Perché le autrici mostrano che il problema non è solo una questione di trasmettere un messaggio negativo. Anche essere freddi, distaccati, o dedicare poco tempo e poca attenzione alla persona, sono fattori che riducono l’efficacia della cura.
Soluzioni
Così, prima le autrici presentano una serie di situazioni in cui si può correre questo rischio: quando si fa la predica, quando si usa un linguaggio incomprensibile per il paziente, quando si è autoritari, quando si dedica poco tempo ecc.
Dopodiché, propongono una serie di utili soluzioni, sia tracciando alcune linee guida generali di buona prassi, sia identificando una serie di possibili interventi, alcuni dei quali calzati su situazioni molto specifiche: l’alimentazione, l’attività fisica, l’uso di alcol e tabacco, fino alle comunicazioni difficili (si pensi a malattie terminali) e a quelle con i familiari.
Un libro per chi?
Io non sopporto quando leggo “un libro per tutti”, perché se è per tutti molto probabilmente non è per nessuno. Se un libro è per un medico, per uno studente, per un/una col.f. e per un commesso di banca… allora non capisco davvero che libro è.
In effetti, però, Il tocco, il rimedio, la parola può abbracciare un pubblico molto ampio – seppur delimitato – ed è per questo che l’ho riportato su questo blog. Se infatti medici e psicologi lo potranno trovare utile per la propria pratica, chiunque abbia la curiosità di approfondire l’effetto placebo e i suoi simili, lo troverà molto prezioso.
Capirà come le aspettative e i processi psicologici possono influenzare la cura, e sarà più vicino alla comprensione di come certe presunte “terapie”, che terapie non sono, riescano a produrre un effetto positivo, potendo così, perlomeno, scegliere con più… cura.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia Seduta Singola
Ipnosi
Roberta Milanese & Simona Milanese – Il tocco, il rimedio, la parola (Ponte alle Grazie)
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