Qual è il tuo obiettivo?

Psicologo a Roma
Fallire i propri obiettivi dipende spesso dalla mancanza di chiarezza.

Riesci mai a raggiungere i tuoi obiettivi?
Probabilmente sì, d’altronde “mai” è un termine eccessivo.

Quando ci riesci, sai come hai fatto?
«Forza, determinazione, pazienza, motivazione…»
Sì, questi sono degli elementi importanti, ma ce n’è uno che li comanda tutti.
«Quale?»

Stabilire un obiettivo concreto.

Se vuoi raggiungere un obiettivo, devi sapere qual è l’obiettivo da raggiungere.
«Grazie…»

Vedi, una volta vidi una donna* intorno ai trentanni che finiva di continuo in storie assurde. Quando le chiesi in che modo potevo esserle utile mi disse: “Voglio solo essere felice”.
“Non ci siamo” risposi. Lei mi guardò stupefatta, senza capire, e io le chiesi: “Hai un fratello o una sorella?”
Disse di sì: una sorella.
“Se domani tua sorella ti dicesse che è incinta, saresti felice?”
“Certo” affermò.
“Ecco fatto, hai raggiunto il tuo obiettivo: sei felice”.
“Ma io voglio essere felice sempre” replicò stizzita.
“Davvero? Conosci qualcuno che è sempre felice?” osservai.
“Un sacco di gente”.
“Ah sì? Quindi conosci un sacco di gente che è felice quando va a pagare le tasse? Che è felice nonostante gli siano entrati i ladri in casa? Che è felice subito dopo aver perso un proprio caro?”
“Ok” rispose: cominciava a capire. “Non pretendo di essere felice sempre, ma la maggior parte delle volte. Cioè, più che altro voglio vivere delle relazioni felici, non ritrovarmi sempre con uno stronzo. Voglio stare con una persona per bene e non con i soliti idioti: questo è il mio obiettivo”.
“Bene, il tuo obiettivo è quello di imparare a smettere di trovarti in delle storie che ti fanno stare male: questo è qualcosa da cui possiamo partire”.

Il mio non fu un gioco, ma il primo passo di un percorso, quello più significativo e importante: portare la persona a chiarire qual è il proprio obiettivo utilizzando il dialogo strategico.

Dopotutto già Seneca disse:

Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare

Psicoterapeuta Roma
Capire precisamente dove vogliamo andare è indispensabile per raggiungere l’obiettivo.

Se prendi semplicemente il largo dicendoti “Voglio raggiungere la terraferma”, navigherai in eterno. Quale terra vuoi raggiungere? Cosa c’è lì? Cosa ti farà capire che è la terra giusta in cui fermarsi?

Il viaggio potrebbe anche cambiare e rivelarsi inaspettatamente sorprendente, ma anche Cristoforo Colombo aveva un obiettivo chiaro: trovare una via più veloce per raggiungere le Indie.

Sei arrivato nel 2015, ci sono molte cose che vorresti fare e alcune ti sembrano irrealizzabili proprio perché non sono chiare nemmeno a te. Bene, parti da una di queste, magari la più semplice, e comincia così: datti un obiettivo chiaro, specifico, definito in termini concreti, tale che tu possa capire con certezza quando l’hai raggiunto. Questo è un principio fondamentale per qualunque stratega e per qualunque strategia, tanto che nell’illuminante L’arte della guerra prende una posizione di rilievo.

«Mi puoi fare qualche esempio?»
Se il tuo obiettivo è perdere peso, definisci quanti chili vuoi perdere e in quanto tempo.
Se vuoi migliorare il tuo aspetto, decidi da cosa partire (vuoi curare meglio i tuoi occhi? La bocca? O lavorare sugli addominali? Sulle gambe?) e scegli un primo percorso concreto da fare (dedicarsi dieci minuti in più per truccarsi, fare ogni giorno cinque minuti di flessioni, andare a correre tre volte la settimana, ecc.)
Se vuoi cambiare lavoro, comincia col capire quale lavoro.

Questo è il principio chiave del problem solving strategico. Ci sono molti modi per raggiungere qualunque obiettivo, ma partire sapendo concretamente qual è, è il primo passo decisivo da fare.

Dott. Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Terapia Breve Strategica
e Ipnositerapia

Per approfondimenti:
Nardone, G. (2009). Problem solving strategico da tasca. Milano: Ponte alle Grazie.
Nardone, G., Salvini, A. (2004). Il dialogo strategico. Comunicare persuadendo: tecniche evolute per il cambiamento. Milano: Ponte alle Grazie.

*Tutti i casi descritti in questo blog sono frutto di invenzione, basati sulla mia esperienza clinica e non riferiti a persone realmente esistenti.