Ti rivelo qualcosa di paradossale: in una seduta di psicoterapia breve le migliori risorse del terapeuta sono le risorse del suo paziente. Non sempre ci si ferma a pensare alle risorse del paziente, invece si dovrebbe prendere il tempo necessario per farlo. Non fermarsi a tirare giù una lista di risorse può significare perderle di vista e questo è assolutamente negativo per il paziente. “Non si dovrebbe mai sottovalutare la capacità delle persone di cambiare” disse Talmon nel 1990.
Talmon è uno psicoterapeuta di origini israeliane che ha studiato a lungo la possibilità di produrre importanti cambiamenti anche in un’unica seduta terapeutica (sono chiamate appunto Single Session Therapy, o Psicoterapie a Seduta Singola), osservando risultati incredibili. Laddove si guarda alla psicoterapia come un processo lungo e faticoso, Talmon (studiando le ricerche di diversi autori e conducendone anche in prima persona) ha mostrato chiaramente come si possa innescare un cambiamento efficace (cioè che porta allo scioglimento del problema) ed efficiente (cioè che duri nel tempo) in un’unica seduta.
Per questo motivo ti illustrerò all’interno di questo articolo una tecnica usata dalle Terapie Brevi per andare ad innescare un effettivo cambiamento, facendo leva sulle risorse del paziente. Quindi una risorsa del terapeuta breve, per utilizzare le risorse del paziente.
Tutti noi attendiamo un miracolo
“Supponiamo che stanotte accada un miracolo e che i problemi a cui hai pensato poco fa qui siano completamente risolti. Questo accade mentre dormi, quindi non sai quello che è successo. Domattina, al risveglio e nelle ore immediatamente successive come farai a scoprire che è accaduto un miracolo, che cosa sarebbe cambiato da farti dire che c’è stato un miracolo?”.
L’obiettivo della domanda del miracolo è quello di farti descrivere uno scenario senza il problema. Più sarai in grado di descrivere in modo dettagliato questo scenario, più aumenteranno le probabilità che lo scenario descritto venga messo in atto. Infatti, si è visto che, con l’uso della miracle question, le persone semplicemente descrivendo lo scenario miracoloso, attuavano dei cambiamenti, questo perché le persone, descrivendo lo scenario senza il problema e descrivendo quello che farebbero in quello scenario già iniziano a mettere in atto quelle percezioni e quei comportamenti che hanno in mente.
Ma come si fa? Il passo successivo, dopo aver descritto come sarebbe (o come sarà) la tua vita dopo il miracolo, è di iniziare a far accadere qualcosa in quella direzione. Per farlo, possono essere utili queste domande: Quale pensi che sarebbe il primo passo da fare perché il miracolo (o anche solo una piccola parte) si realizzi? Come ti comporteresti se il problema non ci fosse? Cosa faresti di diverso? Chi se ne accorgerebbe? In che modo gli altri noterebbero che è avvenuto questo miracolo?
Fingere è una cosa seria
Dopo aver descritto approfonditamente la tua vita dopo il miracolo, anche sulla base di queste domande ed aver individuato il primo piccolo passo da fare affinché si realizzi, ti invito a notare nei prossimi giorni semplicemente i segni che ti indichino che il miracolo è avvenuto, o perfino a fingere che il miracolo stia accadendo!
La Miracle Question è una delle tecniche del “come se…”, ovvero quelle tecniche che chiedono al paziente di comportarsi come se una condizione fosse già avvenuta, questo orienta delle funzioni cognitive, come ad esempio l’attenzione e la memoria, verso quegli aspetti in modo tale da farli mettere in atto dalla persona. Quindi si mette la persona in uno stato di maggiore attivazione.
Amy Cuddy, psicologa sociale il cui TEDTalk risulta il secondo più visto nel mondo, ha dimostrato in maniera eccellente come “fingere è una cosa seria”. Nelle sue ricerche, persone che fingevano un determinato stato (nel caso specifico, assumevano una postura fisica da “leader” pur non sentendosi leader affatto), dopo appena 120 secondi cominciavano a sentirsi veramente in quello stato. Fingere con il corpo – e con gli atteggiamenti e i comportamenti – di essere qualcosa, di fare qualcosa, ti dà l’avvio per poter essere davvero in quel modo, per poter fare davvero quella cosa, per raggiungere e mantenere quello stato desiderato. Per tirare fuori quello che sei, ovvero quelle che sono le tue risorse.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
Nardone, G., Salvini, A. (2003). Il dialogo strategico. Milano: Ponte alle Grazie.
Talmon, M. (1990). Psicoterapia a seduta singola. Trento: Edizioni Erickson, 1996.
Watzlawick, P., Nardone, G. (1997). Terapia breve strategica. Milano: Raffaello Cortina.