Titolo: Milton H. Erickson. Un guaritore americano.
Autori: Betty Alice Erickson, Bradford Keeney
Editore: Dialogika
Voto:
Milton H. Erickson è stato uno dei più innovativi terapeuti dello scorso secolo. Migliaia di clinici si sono formati a partire dalla sua pratica; i più fortunati sono stati suoi allievi.
Chi gli avrebbe mai dato una chance?
Dislessico, aritmico, amusico, atono, claudicante e capace di apprezzare veramente solo il colore viola.
Fu colpito due volte da poliomielite (cosa rarissima) e la prima volta, a 17 anni, i medici lo diedero per spacciato. Sopravvisse paralizzato sul letto, e da lì studiò attentamente la sorellina minore che stava imparando a camminare per reimparare a sua volta.
Fece uno storico viaggio in canoa di 1200 miglia per rafforzarsi: all’andata doveva farsi aiutare nel portare la canoa nei tratti a piedi – o essere costretto a trascinarla –, al ritorno la sollevava tranquillamente da solo.
Infine divenne medico, studiò l’ipnosi ma i suoi superiori gli intimarono di non usarla né farne parola con qualcuno, pena il licenziamento e l’esclusione dall’albo dei medici: al tempo l’ipnosi era considerata poco più di che una serie di trucchi da prestigiatori, mentre oggi è una pratica riconosciuta e stimata dalla comunità scientifica (ecco perché io l’ho imparata – se vuoi saperne di più clicca qui).
Come dicevo, a uno così chi gli avrebbe mai dato una chance?
Betty Alice Erickson, una degli otto figli di Milton, racconta il padre in modo intimo. Lo fa per bocca sua e per quella della moglie e di altri due figli – in altre parole, per bocca della famiglia di Erickson – oltre che di una lunga serie di personaggi che hanno lavorato con lui. Lo fa attraverso i racconti, le impressioni, un’intervista, alcune lettere che Erickson scrisse alle nipotine e con la trascrizione del diario del viaggio in canoa.
Cosa ne esce?
Un libro che parla dell’Erickson uomo. Ancora di più: dell’Erickson guaritore. È profondo, infatti, l’accostamento che Betty Alice fa tra suo padre e gli sciamani nativi americani. “Mio padre non curava” dice, “guariva”. La differenza è la cura arriva dall’esterno, mentre la guarigione viene prodotta dall’interno.
Arrivato a questo punto del libro il sottoscritto ha storto il naso. “Sciamani? Guaritori? Aspetta un attimo… Sarà mica un libretto new age? Mi hanno trasformato Milton Erickson nell’Houdini della psicoterapia?”.
Fortunatamente no. Erickson fu probabilmente il primo a sostenere che l’inconscio è ricco di risorse, da utilizzare per risolvere i problemi e i disturbi delle persone.
Betty Alice cerca di costruire il ponte tra questo aspetto – ormai noto e approfonditamente studiato – e la vita e la visione del mondo di Milton.
Lo fa portandoci nei suoi ricordi e in quelli dei suoi familiari, che riescono a trasmettere ciò che di profondo c’era nel lavoro di Erickson (il libro è davvero capace di “trasmettere”, prima ancora che “spiegare”).
Lo fa chiedendo a chi l’ha conosciuto di condividere, con noi, i suoi pensieri e le sue memorie, arrivando così a collezionare testimonianze di ogni genere, che ti danno la possibilità di vedere Erickson da tanti occhi diversi.
Lo fa pubblicando i diari della canoa, le meravigliose trascrizioni di un Erickson giovane, debole, ferito nel corpo come nell’anima, ma che proprio da quella ferita e dal suo viaggio trae la forza e le risorse che contribuiranno a trasformarlo nell’uomo che è diventato.
Betty Alice ci riesce. Nasce un libro piacevole, leggero, speso intrigante (non mancano ampie descrizioni degli originali trattamenti dei pazienti di Erickson), che se per certo arricchirà il clinico, di sicuro incuriosirà e si farà apprezzare dal lettore comune.
Dott. Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica
e Ipnosi
Betty Alice Erickson – Milton H. Erickson. Un guaritore americano (Dialogika)