Non ci piace, ma a volte la realtà è questa: è finita. E ora la domanda successiva è: vuoi continuare a stare male o vuoi rimettere te stesso, la tua persona, al centro del tuo mondo?
Se fai sempre le stesse cose, otterrai sempre gli stessi risultati. Lo hanno detto in molti, in molti modi diversi, ed è assolutamente vero. Spesso molti problemi trattati in Terapia Breve hanno all’origine del loro mantenimento (cioè del fatto che continuano a essere vivi e presenti) proprio questa realtà meccanica: si stanno continuando a fare incessantemente le stesse cose – cose piccole, apparentemente insignificanti, ma in realtà insidiose.
E allora stop. Vediamo due tecniche, veloci, per uscire da una storia finita male.
Esorcizza il demone
Quanto pensi all’altra persona?
Quanto ti fa soffrire, ancora, il pensiero di lei?
Quante cose fai, ancora, che ti tengono legato alla sua immagine?
Tutte queste cose sono come un demone: il demone della storia passata. Una presenza sempre lì accanto, un’ombra, una sensazione, un velo sul cuore, un peso su ogni tua azione, che non fa altro che mantenere in vita quei comportamenti e quegli atteggiamenti di cui dovresti liberarti.
Devi esorcizzare il demone. Lo devi scacciare. Che non significa scacciare la persona e i ricordi a essa associati, ma scacciare quella presenza che ti impedisce di riprenderti, di rimetterti a vivere la tua vita. La tua vita è tua. O la vivi, o rischi che altri la vivano al tuo posto. Che gli eventi ti vivano anziché essere tu a viverli.
Come si esorcizza il demone?
Scrivendo.
James Pennebaker, professore all’Università del Texas, ha fatto una serie di interessanti ricerche sul potere della scrittura, sintetizzate nel suo bel libro Scrivi cosa ti dice il cuore e che non manco mai di riportare. Tra queste, la capacità della scrittura di risanare proprio le ferite affettive. O, come lo stiamo dicendo qui, di scacciare il demone.
«Ma cosa devo scrivere?»
Della vostra storia. Di cosa è andato male. Di cosa funzionava. Di cosa ti ha fatto incazzare di lei/lui. Dei tuoi progetti e delle delusioni. Delle macerie ancora fumanti alle tue spalle. Dei momenti tristi e di quelli felici.
In termini più “psicologici”, devi elaborare le emozioni di rabbia e di dolore connesse a ciò che vivi. Quindi rabbia e dolore devono essere scritte e riscritte e riscritte.
«Riscritte?»
Sì. Prima che questo demone sia scacciato del tutto ci vuole un po’. Scrivi ogni giorno, magari la sera (per molti è quando i pensieri e i tormenti si fanno più forti). Poggia la penna sul foglio e butta giù tutto quello che ti viene pensando a lei/lui, senza freni. Ma mi raccomando: alla fine non devi rileggere nulla. Farlo è come rievocare il demone.
Ricostruisci
Hai le macerie fumanti dietro di te, le macerie di una storia finita male: ora devi cominciare a ricostruire.
Sai, c’è una ricerca interessante che mostra come bastino 2 settimane di esercizi fisici (ad esempio una camminata di 30 minuti ogni giorno, per due settimane) per diminuire notevolmente la sintomatologia depressiva: umore triste, scarsa concentrazione, irritabilità, angoscia ecc.
Bene, secondo te quante persone depresse lo fanno? Esatto, quasi nessuno. Spesso il motivo è: “Non ho le forze per farlo”. Paradossale, in effetti: ti si chiede di fare qualcosa che ti dia le forze per ricominciare a fare qualcosa.
Ma il punto è che bisogna iniziare. “Roma non è stata costruita in un giorno”, e si è cominciato con una pietra.
Puoi non avere le forze, ma devi ricominciare.
Sai, poco fa ho pubblicato un breve video sulla mia Pagina Facebook. È stata la prima volta. Una diretta. Beh, fa schifo. L’ho riguardata e ho detto: “Oddio, ma è una cosa noiosissima! Nemmeno io ho voglia di vederla fino alla fine!”. Eppure l’ho fatta. Ho cominciato. E ne rifarò altre. E cercherò di capire come migliorare e come farne sempre di migliori.
Se aspettiamo “il momento giusto”, o “di avere le forze”, o “di essere abbastanza capaci di”, non cominceremo mai. Non esiste “il momento giusto”, esiste il momento in cui inizi, e i momenti successivi che aggiusterai tu, di volta in volta. Altrimenti la ricostruzione di noi stessi, della nostra storia, della nostra vita, verrà sempre rimandata. E nel frattempo cosa accadrà? Che continuerai a rimanere in quello stato che ti priva delle forze.
Inizia da qualcosa di piccolo, qualcosa di leggermente superiore a ciò che stai facendo ora.
Se non fai niente, comincia a uscire.
Se scrivi tutti i giorni all’altra persona, comincia a dire di “No” una o due volte al giorno.
Se vedi gli amici ma finisci sempre a parlare di lei/lui, fai di tutto per evitarlo almeno una volta.
Questa sarà la tua prima pietra.
Tutto qui?
In realtà no, ma in realtà sì.
“No” perché, ovviamente, ci sono situazioni in cui questo può non bastare. Ma è ovvio, no? Quelle possono essere le situazioni in cui rivolgerti a uno psicologo, che ti guidi a uscire passo-passo dal baratro. Però io consiglio sempre di provare prima con le tue forze: ti consente di metterti alla prova, e se vedi che non bastano puoi sempre chiedere il sostegno di un professionista.
“Sì” perché, posto quanto appena detto, se ti tiri su le maniche queste due tecniche (esorcizzare il demone e ricostruire dalle macerie) ti basteranno per riattivare quel minimo di energia che ti permette di fare poi un passo in più, e poi due in più, e poi tre, e cinque, e dieci, e ritornare a correre verso la direzione che vuoi tu. Basta veramente un primo passo, la tua prima pietra.
Se ti rendi conto di aver bisogno di un aiuto in più, puoi rivolgerti ad uno Psicologo. Ricordati che puoi usufruire della terapia online, che ha la stessa efficacia di quella dal vivo.
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Dott. Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve,
Terapia a Seduta Singola
e Ipnosi
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Riferimenti bibliografici
Frattaroli, J. (2006). Experimental Disclosure and Its Moderators: A Meta-Analysis. In Psychological Bulletin, Vol. 132, n° 6, pp. 823–865.
Pennebaker, J.W. (2004). Scrivi cosa ti dice il cuore. Milano: Erickson.