Titolo: Uscire dalla trappola. Abbuffarsi, vomitare, torturarsi
Autore: Giorgio Nardone & Matthew Selekman
Editore: Ponte alle Grazie
Voto:
Cos’è la bulimia? Quanto è connessa al vomitare dopo mangiato? E in che modo entrambe si ricorllegano ai comportamenti di self-harming, o autolesionismo, quei comportamenti per cui si taglia, graffia o tortura con altri piccoli ma lesivi gesti?
In Uscire dalla trappola, due terapeuti afferenti a due diversi approcci di Terapia Breve affrontano l’argomento e mettono in campo la loro esperienza per proporre delle soluzioni.
Un libro per professionisti?
Innanzitutto chiariamo subito che il lettore a cui si rivolgono i due autori è un po’ sfocato.
Da un lato sembra chiaro che il target principale siano i professionisti, perché il libro si concentra molto sulle tecniche utilizzate dai due autori per affrontare questo tipo di problematica.
Dall’altro è un libro molto orientato a chi ha già delle conoscenze e competenze in Terapia Breve, magari conoscendo anche i presupposti delle due terapie a cui afferiscono i due autori (la Terapia Breve Strategica e la Terapia Breve Centrata sulle Soluzioni).
Ma da un altro lato ancora la spiegazione di certi principi è molto semplice, il che però si può trasformare in semplicismo in alcuni passaggi, rendendo il libro parzialmente accessibile anche ai non addetti ai lavori.
Quindi? Per chi è questo libro?
A mio parere soprattutto per chi ha delle competenze nelle Terapie Brevi, perché riuscirà a colmare una serie di vuoti trascurati, immagino, volontariamente. C’è però da dire che il lettore scevro da formazione psic (o con una base molto sottile) potrà trovarlo interessante per farsi un’idea di massima, soprattutto dal punto di vista della psicoterapia.
Abbuffarsi, vomitare, torturarsi
Ci sono 2 punti molto interessanti che gli autori svelano da subito:
- Abbuffarsi e torturarsi sono spesso connessi: per “torturarsi” intendono quei comportamenti definiti di self-harming (autolesionismo), in cui ci si procurano tagli o graffi, o ci si strappano capelli o peli, o altre azioni che non procurano quasi mai gravi danni (non sono comportamenti suicidari, per esempio). Benché non significa che i due comportamenti siano sempre legati, è possibile, i due autori hanno notato come ciò avvenga con una relativa frequenza: due facce della stessa medaglia.
- Il vomito autoindotto (vomiting) è una problematica a sé: sebbene in molti casi nasca come reazione all’eccessivo mangiare, cioè all’abbuffata bulimica, spesso diventa poi un problema a se stante. A volte addirittura scompare l’abbuffata e rimane il comportamento di autoindursi il vomito. Questo è molto importante, perché significa che va trattato come un problema a se stante.
Strategie di risoluzione
Conosco molto bene gli approcci a cui fanno riferimento Nardone e Selekman. Con il primo mi sono formato, e l’approccio seguito dal secondo l’ho approfondito a lungo nei miei studi sulle Terapie Brevi. Inoltre ho integrato ed evoluto il tutto nei miei studi in California e Australia, con la Terapia a Seduta Singola. Questo non per sciorinare il mio curriculum e far vedere quanto sono bravo, ma per dire che 2-3 idee su come funzionino le strategie proposte ce l’ho.
Entrambe le tecniche e strategie proposte in Uscire dalla trappola sono molto valide.
Se grazie alla Terapia Breve Strategica esiste un vero e proprio protocollo di intervento (proposto nel libro) per questo tipo di problemi, con la Terapia Breve Centrata sulle Soluzioni si vanno a identificare tutte le piccole soluzioni, appunto, che la persona mette o ha messo in atto per poterle ampliare (e se a questo aggiungiamo la capacità della Terapia a Seduta Singola di identificare e utilizzare le risorse interne della persona, abbiamo una perfetta strategia di intervento – Nota: fare TSS non significa sempre e solo fare una sola seduta, ma piuttosto massimizzare ogni singola seduta, riducendo così notevolmente la durata delle terapie).
Il libro descrive molte di queste tecniche. In realtà messe lì così possono dire poco (molto dipende dalla capacità del terapeuta e, a mio avviso, molto dipende soprattutto dal saper cogliere e usare le risorse della persona), ma danno comunque un esempio di come intervengono questi due tipi di terapie e di come sia possibile, anche in tempi brevi, liberarsi di problemi considerati spesso difficili da affrontare.
Conclusioni
Il libro è sicuramente interessante per avere un punto di vista diverso su queste problematiche, vedendo in che modo possano essere affrontate nell’ambito delle Terapie Brevi. Soprattutto tende a far uscire da vecchie logiche, gettando un nuovo sguardo sul funzionamento di certi problemi e, di conseguenza, sulla loro risoluzione.
Dr Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Giorgio Nardone & Matthew Selekman – Uscire dalla trappola (Ponte alle Grazie)