“Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella che si adatta meglio al cambiamento” diceva Darwin, ma questo non sempre è così scontato…
Lo stress è la risposta naturale che il corpo genera quando si sente sotto attacco. In continuazione siamo sottoposti allo stress e gli eventi stressanti possono interessare un singolo individuo, un’intera famiglia, un gruppo o una comunità più ampia. Insomma nessuno si salva dallo stress.
Chiaramente lo stress percepito è direttamente proporzionale alla nostra sensibilità. Per questo quando ti trovi ad affrontare un periodo delicato della tua vita, quando sei chiamato a sostenere una condizione di forte stress o stai passando un momento di passaggio significativo nella tua esistenza, potresti imbatterti in quello che viene definito “Disturbo dell’Adattamento”.
Il disturbo sorge dopo un evento stressante che porta forti cambiamenti nella vita di una persona, ai quali la persona non riesce ad adattarsi. Per questo oggi, con l’aiuto delle Terapie Brevi, voglio darti dei suggerimenti per affrontare queste situazioni.
Cosa accade quando non ci si adatta al cambiamento
“Adattati ed evolviti se vuoi sopravvivere in questo mondo complicato e mutevole”. Darwin, in parole povere, ci ha detto esattamente questo, ma l’adattamento spesso può risultare difficoltoso quando si parla di esperienze stressanti.
Pensa, ad esempio, alla fine di una relazione sentimentale, ad una malattia, alla perdita del lavoro o al trasferimento in un altro paese. Pensa a problemi finanziari o nella vita di coppia prolungati per molto tempo.
Molti eventi stressanti possono poi essere associati a transizioni tra le diverse fasi della vita della persona, ad esempio l’inizio della scuola, la nascita di un figlio, il pensionamento, mentre altri possono riguardare non solo l’individuo, ma un’intera comunità, ad esempio i disastri naturali, le situazioni di crisi economica, ecc…
Potenzialmente chiunque potrebbe sviluppare un disturbo dell’adattamento e non c’è alcun modo per poter prevedere come una persona potrebbe reagire all’esposizione ad uno degli eventi stressanti sopra elencati. Infatti persone diverse, seppur esposte al medesimo evento difficile, avranno reazioni differenti e non tutte andranno necessariamente a sviluppare un disturbo dell’adattamento.
I sintomi psicologici tipici del disturbo dell’adattamento sono generalmente: azioni ribelli o impulsive, difficoltà nel controllare la rabbia, ansia o angoscia, sentimenti di tristezza, disperazione o sensazione di essere intrappolati, facilità al pianto, atteggiamento ritirato, calo delle facoltà cognitive (memoria, attenzione, concentrazione), perdita di autostima e pensieri di fallimento, pensieri suicidari.
I sintomi fisici invece possono includere: insonnia, spasmi muscolari o tremori, sensazione di affaticamento o stanchezza cronica, dolore o indolenzimento del corpo, disturbi gastrointestinali.
Cosa non fare e cosa fare con il disturbo dell’adattamento
Le tentate soluzioni disfunzionali di questo disturbo sono quelle tipiche dell’ansia, infatti si mettono in atto comportamenti di evitamento, si fanno molte richieste d’aiuto e se ne parla molto (troppo) con gli altri, quindi si attuano comportamenti di socializzazione. Al tempo stesso, però le tentate soluzioni disfunzionali del disturbo dell’adattamento sono anche quelle tipiche della depressione, infatti si attuano anche comportamenti di rinuncia, vittimismo e delega.
In questi casi, molto frequentemente, le persone intorno cercano di farti vedere i lati positivi, ti sostengono sostituendoti nei compiti che devi svolgere, ti ascoltano e tentano di convincerti che ce la farai. Tentativi, questi, fatti con le migliori intenzioni, ma non sempre destinati a portare risultati positivi, anzi, spesso fanno sentire l’altro ancora più incompreso ed incapace di reagire. Poiché la razionalità dei loro ragionamenti si scontra con l’irrazionalità del dolore provato.
Infatti, in questi casi è consigliabile ricorrere a un supporto psicologico per diverse ragioni: in primis per abbreviare la durata del distress psicologico esperito, per ridurre i sintomi cronici quando il fattore di stress è prolungato e per rafforzare la propria resilienza psicologica dinanzi agli stressor ricorrenti. Inoltre è molto utile per prevenire la comparsa di altre condizioni più invalidanti.
Una terapia focalizzata, come la Terapia Breve, può fornire gli strumenti necessari per elaborare e affrontare le proprie emozioni, promuovendo una crescita emotiva sana e resiliente. L’intervento terapeutico non solo mira a mitigare i sintomi disadattivi, ma anche a promuovere la resilienza e a rafforzare le proprie risorse emotive.
Allo stesso tempo la terapia consente una migliore comprensione e gestione del cambiamento. Infatti, attraverso un sostegno terapeutico mirato, si può favorire una transizione più armoniosa, consentendo di proseguire la propria vita in modo sano nonostante le sfide incontrate.
In questo contesto, la terapia diventa un faro guida che illumina il percorso attraverso le difficoltà, offrendo un sostegno empatico e strategie pratiche per superare le sfide della transizione.
Una di queste strategie può essere ad esempio quella di utilizzare “la tecnica dei piccoli passi”, che consente di riprendere con gradualità la propria normalità dopo aver subito un grande sconvolgimento all’interno della propria vita. Perché in fondo saper semplificare significa eliminare ciò che è superfluo perché possa esprimersi ciò che è necessario.
Dr Flavio Cannistrà
Co-Fondatore dell’Italian Center for Single Session Therapy
co-Direttore dell’Istituto ICNOS
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
Ipnosi
Bibliografia
Cagnoni, F. & Milanese, R. (2009). Cambiare il passato. Milano: Ponte alle Grazie.
Nardone G. (2017). Psicoterapia breve a lungo termine. Trattare con successo anche le psicopatologie maggiori. Milano: Ponte alle Grazie.